Pranzi tra colleghi e aperitivi a Mestre, gli esercenti: «I clienti non aspettavano altro»

L'area grigia dell'asporto è stata la soluzione ideale in cui insinuarsi per consumare lo spritz. In pratica, tornano colazione al bar e pranzo al ristorante, rimane esclusa la cena, mentre l'aperitivo va anticipato
Mestre - Ultimo aperitivo in Piazza Ferretto Mestre, 08/01/2021 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Mestre - Ultimo aperitivo in Piazza Ferretto Mestre, 08/01/2021 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

MESTRE. Inutile nascondersi dietro un dito. Per tanti mestrini, parlando della rinuncia all'aperitivo, la zona arancione non è quasi mai esistita. L'area grigia dell'asporto è stata la soluzione ideale in cui insinuarsi, per consumare il rito più importante della giornata, in Veneto.

Certo, non è stato così per tutti i locali, che quindi hanno accolto con gioia il ritorno della nostra regione in area gialla, con un alleggerimento delle tante regole da seguire. Una nuova colorazione che consente agli esercenti di tirare su le saracinesche di bar e ristoranti, anche se solo fino alle 18.

In pratica, tornano colazione al bar e pranzo al ristorante, rimane esclusa la cena, mentre l'aperitivo si salva, ma va anticipato. «A pranzo abbiamo registrato una sessantina di coperti. Da parte della gente c'è stata una gran bella risposta, di cui siamo molto contenti - il bilancio di Giovanni Dal Poz, titolare del Grand Central, locale in via Piave - Abbiamo lavorato molto bene anche con le colazioni e già alle 17 abbiamo contato diverse persone per l'aperitivo. C'è anche chi ha prenotato il tavolo per una festa di compleanno, nei prossimi giorni, chiaramente nel rispetto delle regole».

La clientela dei ristoranti, a pranzo, è composta prevalentemente dai lavoratori. «Sono tornati molti impiegati degli uffici di via Piave e delle strade limitrofe. Da oltre un mese erano costretti a portarsi un panino da casa oppure ad andare al supermercato, per comprare qualcosa da mangiare al volo a pranzo». Ora l'obiettivo è quello di ottenere un prolungamento dell'orario di apertura: «Chi decide deve sapere che i ristoranti possono lavorare in sicurezza. Non siamo noi il problema di tutto e ci impegneremo per farlo capire».

Spostandosi in piazza Ferretto, la gioia si legge anche negli occhi di Francesca Bido, dell'omonima pasticceria. «Abbiamo lavorato bene tutto il giorno: con le colazioni, con gli aperitivi della tarda mattinata e del pomeriggio - conferma - Sono venuti a trovarci i nostri clienti più affezionati. Ci hanno detto che hanno atteso con ansia la nostra riapertura, erano contenti di tornare a godersi un buon caffè, seduti, al caldo. Il vedere i locali aperti penso che sia un conforto anche per chi, non abituato a frequentare i bar, vuole semplicemente trovare un rapido ristoro».

Ma è una la parola che, con frequenza, ritorna nelle parole degli esercenti: confusione. Una confusione che riguarda la possibilità di consumare in piedi solo dalle 11; anzi, dalle 15; anzi, sempre. Peraltro, con gli effetti paradossali visti nel corso dell'ultimo mese in zona arancione: strade e piazze trasformatesi in plateatici senza tavolini, pieni di ragazzi che consumavano in piedi spritz e prosecco. Rigorosamente da asporto. «Devo dire che, con tutti i cambi repentini che ci sono stati, non ho le idee molto chiare - conferma Francesca Bido - In questa prima giornata ho lavorato utilizzando la regola del buonsenso. Ora spero di poter dimenticare presto le prescrizioni, per ripartire come prima. Così potremo finalmente tutti tornare a lavorare». —

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