Porta di Venezia: «Non ci sono segreti»

L’avvocato Gatto: «Non abbiamo ricevuto diffide in merito al dover pagare le opere di marginamento»
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Marghera, sede Umana/ Incontro con i dirigenti Umana sul tema della zona dei Pili - nella foto Luca Gatto, amm. del. Porte di Venezia
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Marghera, sede Umana/ Incontro con i dirigenti Umana sul tema della zona dei Pili - nella foto Luca Gatto, amm. del. Porte di Venezia
«La società Porta di Venezia comunica che non c’è niente di nuovo o di segreto in relazione agli interventi di marginamento effettuati dall’ex Magistrato alle Acque, nè su altri aspetti». Ieri pomeriggio l’avvocato Luca Gatto, amministratore di Porta di Venezia Spa ha diffuso una nota. «Nella convinzione di dimostrare ancora una volta massima disponibilità e massima trasparenza, e nella speranza di rassicurare chiunque che la società ha operato e sta operando alla luce del sole, va detto che la società non ha né ha mai avuto niente da nascondere sulle aree di sua proprietà, ed ha anzi cercato, da subito (vedi lettera di chiarimenti inviata al Magistrato alle Acque il 26 maggio 2006
ndr
) (...) di avere certezza che le attività sulle aree fossero legittime da tutti i punti di vista, anche e soprattutto ambientali», scrive Gatto.


E continua: «È evidente a chiunque che la società non può essere ritenuta ad alcun titolo e sotto ogni aspetto colpevole di avere inquinato le aree; non ha inoltre mai ricevuto alcuna comunicazione nè alcune diffida in merito al dovere di pagare un intervento di marginamento in ordine al quale esiste un atto transattivo tra l’allora Montedison e lo Stato, che dispone espressamente 42 miliardi di lire per la messa in sicurezza de “i Pili”; ha sempre ipotizzato inoltre di dover procedere alla riqualificazione ambientale delle aree se voleva svilupparle. Anzi, si ritiene che, sempre alla luce del sole, ora proprio l’opportunità di sviluppare l’area sia la vera occasione per procedere con quegli interventi ambientali che sempre si sono ritenuti necessari», conclude l’amministratore di Porta di Venezia.


L’area dei Pili era stata acquistata all’asta per 5 milioni di euro da Luigi Brugnaro nel lontano 2005, quando mister Umana non era ancora presidente della Reyer maschile e manco pensava a fare il sindaco, come oggi. Terreni presi in carico dal Magistrato alle Acque dal 2006, dopo il rogito, fino al 2014 per le opere di marginamento. Solo dal 2014 i terreni sono diventati di pieno possesso della società. «Il primo ricorso è del gennaio 2011 quando sono stati impugnati al Tar i verbali della conferenza di servizi decisoria del 2010», ci aveva spiegato lo stesso Gatto nei giorni scorsi.


«Nell’ottobre 2016 il Ministero ci ha richiesto di dare seguito a quei verbali. Noi abbiamo risposto spiegando che proprio quei verbali erano oggetto di un ricorso nel 2011 e alla richiesta, di pagare per la caratterizzazione dei suoli, abbiamo aggiunto un secondo ricorso, autonomo, nel dicembre 2016». Su entrambi i ricorsi si è in attesa di un pronunciamento dei giudici.


Mitia Chiarin


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia