Piave in piena e rischi industriali, ecco il piano per le emergenze

Approvata in Consiglio comunale a NOventa la guida per gli interventi di protezione civile. Il sindaco: fornite le direttive sui comportamenti da adottare in casi di pericolo
SCATTOLIN - TOMMASELLA-NOVENTA - PIENA DEL PIAVE - CHIUSURA DEL PARCHEGGIO GOLENALE
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NOVENTA. Rischio idraulico: il Comune di Noventa si è dotato di una simulazione per studiare come, in caso di rottura degli argini del Piave, l’acqua potrebbe propagarsi e capire quali territori andrebbe a interessare. Lo studio è contenuto all’interno del nuovo Piano di protezione civile, che è stato approvato dal Consiglio comunale. Tra gli scenari ipotizzati, vi è pure il rischio di incidente industriale. Per questo il piano sarà accompagnato dal censimento di tutte le aziende presenti nell’area industriale a ridosso dell’autostrada, a iniziare da quelle più a rischio.

«Nel piano sono stati contemplati vari scenari. Per ciascuno di questi», spiega l’assessore Federico Fantuz, «si sono ipotizzate le modalità di comportamento e i soggetti che dovranno intervenire per mettere il più possibile in sicurezza la popolazione».

Lo studio è stato realizzato dai geologi Francesco Benincasa e Vittorio Bisaglia, insieme all’ufficio tecnico e alla protezione civile comunale. Pur considerando tutte le possibili emergenze, il piano si sofferma soprattutto sui rischi connessi al Piave, tornati di attualità negli ultimi tempi. Basti ricordare quanto accaduto nel novembre 2018, quando si è temuto che il Piave potesse rompere gli argini a Romanziol. In quell’occasione si arrivò all’evacuazione dell’outlet. I tecnici hanno raccolto nel piano tutti i dati disponibili, da quelli del Piano di assetto idrogeologico al Piano di gestione del rischio alluvione, da quelli contenuti nel Piano delle acque a quelli forniti dal Consorzio di bonifica. Si è arrivati così alla simulazione, che individua le aree più vulnerabili.

«Non è la fotografia di un evento accaduto. Ma è una simulazione di un’eventuale rottura a monte del Piave», spiegano i tecnici, «sulla base della morfologia del terreno, si è visto da che parte si propagherebbe la lama d’acqua e quali sono i territori che possono essere interessati. E’ uno studio molto utile perché, sulla base di questo, possiamo individuare anche le zone che non sono potenzialmente soggette ad allagamento».

La più sicura è la zona vicina al centro storico. Quanto alle industrie, il piano contiene le schede di una serie di aziende significative, a iniziare da quelle che prevedono lavorazioni pericolose. «Il Piano di protezione civile non risolve tutti i problemi, ma dà le direttive per agire in modo coordinato. Stiamo collaborando con le aziende più rilevanti, che hanno un loro piano di evacuazione», commenta il sindaco Claudio Marian, «quanto al Piave, la piena del 2018 è stata di 2.700 metri cubi al secondo. Ma la Regione sta studiando uno scenario su 4 mila metri cubi al secondo». Antonio Ormellese (Cambiare si può) ha sottolineato l’importanza dell’aggiornamento continuo della mappatura delle lavorazioni delle aziende. —




 

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