Papadopoli, azioni contro la privatizzazione

«Il Giardino Papadopoli non si tocca». Se l'amministrazione non chiarirà prima del 25 agosto alla cittadinanza cosa significa la concessione del parco all'Hotel Papadopoli, non è escluso che molte associazioni faranno azioni dimostrative. Ieri, sotto la statua dell'ingegnere Pietro Paleocapa, un centinaio di cittadini si è riunito per condividere discutere della questione, programmando altre assemblee pubbliche nei sestieri e un secondo incontro per settembre. L'iniziativa, organizzata nei giardini di fronte a Piazzale Roma dal Gruppo25Aprile, aveva lo scopo di dare voce a veneziani e associazioni (come Nizioleti, Sale Docks) che sono intervenuti sparando contro chi vuole una città privatizzata.
Il bisogno di far sentire la voce dei veneziani si era già manifestato con la giornata #Veneziamiofuturo, ma il bando per la concessione a un privato del giardino per 10 anni con 48 giorni all'anno di uso esclusivo del verde e gli ultimi dati sul calo a picco di residenti in città, ha fatto scattare un desiderio di riscossa.
Ne è emerso uno spaccato di Venezia con un forte senso del bene pubblico: «L'operazione Papadopoli», ha affermato il presidente della Municipalità Andrea Martini, presente con Monica Sambo consigliera Pd, il partito che ha chiesto chiarimenti al sindaco, «si lega a un'idea di Venezia museo e ben rappresenta la strada che sta intraprendendo questa giunta. L'ingresso di Venezia avrà da un lato l'Hotel Santa Chiara poi il ristorante di un altro albergo, quando ben 729 coppie under 40 hanno fatto richiesta del bando social housing, dimostrando che si vuole vivere qui».
«Potevano mettere due famiglie nella Casa del custode», ha sostenuto Marco Gasparinetti, fondatore del Gruppo25Aprile, «e chiedere a loro di fare come un tempo la manutenzione del Giardino». Sebastiano Giorgi ha valorizzato l'intervento di Generazione 90 dicendo che proprio i giovani devono pretendere una città con servizi funzionanti e l'istruzione garantiti e politiche abitative accoglienti. Flavio Cogo di Ambiente Venezia ha lanciato l'idea di una campagna contro la privatizzazione dei Giardini contro «una concezione padronale e privatizzante della città».
Gianluigi Placella dell'Anpi, citando la Costituzione, ha ribadito il diritto di abitare sottolineando come non sia ammissibile che il benessere di pochi si fondi sul malessere di molti. Marta Canino ha parlato dell'esperienza del giardino di Ca' Bembo al centro di speculazioni immobiliari, Nicola Ussardi dell'Asc della quantità di case sfitte dell'Ater e Tommaso Cacciari ha rilanciato l'idea di Martini di formare un Comitato di Liberazione del Comune, esprimendo la necessità di incontrarsi tutti di nuovo per pensare di passare ai fatti.
Vera Mantengoli
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