Pagliuca: «A Sanremo ho dovuto pagare»

di Michele Bugliari
Tony Pagliuca, l’ex tastierista delle Orme, scrive ad Adriano Celentano, per dirgli: «Se proprio devi andare a Sanremo, canta, ma se sentirai l’impellenza di fare un monologo, denuncia la casta della musica».
Il musicista nato a Pescara, cresciuto a Marghera e naturalizzato mestrino, ieri ha pubblicato su Facebook la sua lettera-denuncia, scatenando centinaia di utenti della rete che si sono mobilitati in suo appoggio.
Il tastierista chiede a Celentano di dare un senso alla sua partecipazione al Festival, iniziando un’operazione verità su Sanremo che costituirebbe l’apice delle storture di una casta che toglie spazio al merito e ai giovani. «Il primo gennaio – ha scritto l’artista - mi è stata tolto l’assegno del Fondo solidarietà dei soci Siae, un mensile di 615 euro, che era il mio unico sostegno economico sicuro. Non so come andrò avanti con moglie insegnante precaria e due figli che studiano, un mutuo e le tasse da pagare. Ma è possibile che un musicista che ha vinto due dischi d’oro e che continua a produrre musica di qualità, in questo Paese non riesca a vivere». «Caro Adriano – scrive ancora l’ex componente delle Orme – se andrai a Sanremo, racconta che ciò che si sente in radio e si vede in tivù non è il meglio che l’Italia produce, perché le programmazioni sono al soldo delle case discografiche. Racconta che i giovani talenti non trovano mai spazio. Racconta che il sottoscritto pur avendo scritto delle pagine di musica rock progressive riconosciute in tutto il mondo, per partecipare in gara a Sanremo con il suo gruppo ha dovuto pagare 50 milioni di lire “per il parrucchiere” mentre altri concorrenti privilegiati non solo non hanno sborsato niente ma hanno intascato lautamente». Cosa intende dire? «Non voglio entrare nei particolari però nell’87 presentare a Sanremo “Dimmi che cos’è” ci costò qualcosa. E’ ora di fare pulizia». E poi l’invito a Celentano a denunciare conduttori e giornalisti “poco trasparenti”, manager “ambigui” e a chiedere per Sanremo la benedizione del Papa.
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