Operaio caduto e scaricato in strada: chiesti i tabulati delle chiamate al Suem

Indagano i carabinieri del Nil, per ricostruire dinamica e responsabilità dell’incidente: 29enne in prognosi riservata

Marta Artico
Il tetto dell’edificio di via Maestri del Lavoro
Il tetto dell’edificio di via Maestri del Lavoro

Le evidenze sono più d’una: sul tetto non c’era adeguato parapetto, ponteggio, batti-piede. Ed è per questo che il giovane marocchino che stava lavorando alla posatura della guaina è volato di sotto, senza imbragatura. Il resto dovrà essere chiarito, così come la sua posizione e quella dell’impresa edile straniera per la quale lavorava.

I carabinieri del Nucleo ispettorato e tutela del lavoro giovedì mattina si sono recati a Mira, al civico 23 di via Maestri del Lavoro, al centro dei riflettori dopo che mercoledì mattina, un lavoratore di origine marocchina di 29 anni, S.N, si sarebbe ferito cadendo dalla copertura di un edificio, e avrebbe riportato un forte trauma toracico da caduta, costole fratturate e lesioni interne.

Il ragazzo è stato trovato alla fermata dell’autobus Castellana da alcuni passanti, che l’hanno visto malconcio sopra una panchina e hanno chiamato il 118, che sembra avesse già ricevuto una chiamata poi annullata da qualcuno del posto di lavoro. Il Suem lo ha stabilizzato e trasportato in ospedale. E sono i medici dell’Angelo che hanno a loro volta avvisato i carabinieri insospettiti dalle condizioni del giovane che non avevano nulla a che vedere con un malore, in un primo tempo ipotizzato, bensì con un evento violento.

I carabinieri del Nil stanno eseguendo rilievi approfondimenti e indagini per capire i contorni in cui è maturato l’incidente, se siano state rispettate le procedure di sicurezza, quale fosse il suo contratto (al momento non figura in alcun registro) e perché il giovane che non parla l’italiano, sia stato abbandonato alla fermata o se ci sia arrivato da solo.

I carabinieri si sono recati in ospedale. Il ragazzo, in prognosi riservata, non è in condizioni di spiegare da quale ditta edile fosse stato ingaggiato e che tipo di inquadramento avesse: per approfondire la natura del suo rapporto di lavoro, ci vorrà tempo. E dovrà passare qualche giorno prima che sia possibile acquisire le sue dichiarazioni.

Quel che è stato ricostruito, invece, è che il ragazzo era impegnato sul tetto dell’immobile dove mancavano ponteggio e parapetto. A un certo punto, è scivolato e volato di sotto.

Verosimile, sembra, poi sia stato caricato su un’auto e portato alla fermata. I carabinieri del Nil hanno chiesto al Suem 118 le registrazioni delle chiamate, per capire se qualcuno abbia contattato il 118 per poi cambiare idea, o meno, e da chi provenisse la telefonata. A quel punto si potrà capire se sia stato abbandonato alla fermata, trasportato fino a Mestre da Mira o se ci sia giunto da solo. E che tipo di responsabilità abbia il proprietario dell’immobile che ha affidato all’impresa edile il lavoro di impermeabilizzazione del tetto. Per ora, il cantiere è stato sospeso.

Una volta ricostruita la dinamica, si capirà se ci sono responsabilità penali e chi dovrà procedere, sulla scorta della prognosi delle lesioni, fondamentale per definire la procedibilità d’ufficio o la querela di parte.

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