Noale, stalker raggiunge la ex e la minaccia: «Per ucciderti mi basta una bottiglia»

Aveva il braccialetto elettronico, i carabinieri sono riusciti a raggiungerlo quando era a pochi passi da lei. Il “tracker” di allerta della donna era scarico: ha funzionato l’alert dell’Arma

Roberta De Rossi
Lo stalker indossava il braccialetto elettronico
Lo stalker indossava il braccialetto elettronico

Del tutto incurante del braccialetto elettronico che gli è stato agganciato alla caviglia la corsa estate - con l’obbligo di stare lontano dall’ex moglie che per mesi aveva perseguitato con minacce di morte - un cinquantenne del Noalese è riuscito ad avvicinarsi a 5 metri dalla donna, venendo afferrato - letteralmente al volo - dai carabinieri, avvertiti dalla centrale operativa del Comando della violazione in atto.

Il “tracker” in dotazione alla signora, infatti, era scarico e così non l’aveva avvertita del pericolo impellente in arrivo. Ha funzionato invece la mappatura dei “braccialetti” gestita direttamente dall’Arma: oltre un’ottantina quelli affidati ai carabinieri, mentre altri sono seguiti dalla Questura di Venezia in tutta la provincia.

Così - si diceva - venerdì è scattato l’allarme, la pattuglia dei carabinieri di Noale si è messa in moto a sirene spiegate e ha raggiunto l’uomo a pochi passi dalla casa della donna, trovandosela davanti. Del tutto incurante dell’alt intimato dai militari, lui ha continuato a minacciarla: «Per ucciderti non mi serve un coltello, mi basta una bottiglia rotta».

Poi si è rivolto agli stessi carabinieri: «E adesso portatemi in carcere». E così è stato, su ordine del pubblico ministero Giorgio Gava.

Ieri, l’interrogatorio di garanzia, con il giudice Enrico Ciampaglia che ha accolto le richieste del pubblico ministero d’udienza Riccardo Palma: arresto convalidato e misura cautelare del carcere, per il rischio di reiterazione del reato. Così l’uomo ha lasciato il Tribunale per Santa Maria Maggiore.

Purtroppo sono situazione che si incontrano quotidianamente nelle aule di giustizia di Venezia: uomini lasciati (spesso dopo anni di maltrattamenti in famiglia) che si trasformano in persecutori delle donne che li avevano amati.

Minacce, telefonate a ogni ora del giorno e della notte, messaggi vocali, danneggiamenti: trasformano la vita delle loro ex in un opprimente groviglio di ansia e paura.

Stalking per la legge, con il Codice Rosso che ha reso molto più veloci e tempestivi gli interventi a tutela delle vittime, con arresti nei casi più gravi, ordini di allontanamento e, sempre più spesso (quando ce ne sono a disposizione) braccialetti elettronici che monitorano il rispetto di stare lontano dall’abitazione della vittima, dal suo luogo di lavoro e, in ogni caso, da lei.

Come nel caso del cinquantenne di Noale, che la scorsa estate era stato denunciato dall’ex moglie - la causa di divorzio è in corso, con anche un figlio da tutelare - esasperata e spaventata dal susseguirsi delle sue minacce. Così si era arrivati alla richiesta di misura cautelare: l’uomo aveva evitato gli arresti domiciliari dopo aver accettato di indossare il braccialetto elettronico e di mantenere le distanze dalla donna.

Sono pochi i centri antiviolenza che si occupano di curare anche gli “uomini che odiano le ex”, di metterli davanti alle proprie responsabilità, a riuscire a far comprendere loro come la violenza e la rabbia non siano la risposta.

Quel che stava per accadere Noale - e per fortuna non è successo, dato il mal funzionamento dell’app di allerta della donna - è un fuoco distruttivo che arde in troppi “ex”. 

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