«Nel ’99 due caffè al Florian a 27 mila lire»

VENEZIA. Il caso del Lavena ha fatto scuola. In questi giorni è scoppiata la «mania» di postare scontrini sui social network. Tra Facebook e Twitter «fioccano» gli attestati di pagamento. A volte per denunciari nuovi presunti «furti», altre volte per ironizzare sul caso veneziano.
Hanno aperto un «vaso di Pandora» i turisti romani che hanno pubblicato il conto pagato nello storico caffè di piazza San Marco: 100,80 euro per quattro caffè corretti e tre amari. Un’immagine che è rimbalzata sui giornali e sulle televisioni di tutta Italia, provocando una «reazione a catena».
Un nuovo caso arriva da Positano, località balneare campana: su Facebook è spuntato uno scontrino del bar «La Zagara» in cui un pranzo costa 29 euro. Non una cifra esagerata se non fosse per quei 9 euro per una bottiglia d’acqua naturale da un litro.
E tanti sono i conti davvero alti. Come quello (che in realtà gira da molti anni) del «Sottovento» di Porto Cervo dove per varie bottiglie di Don Perignon, Grey Goose, Cristal e Black label si è arrivati a pagare oltre 16 mila euro. Cerca di cavalcare l’indignazione anti-casta anche lo scontrino (anche questo sul web da ormai parecchi mesi) della buvette del Senato dove per trofie agli asparagi, tagliata, insalata, dolci e bevande si paga appena 7 euro e 50 centesimi.
Una personale risposta al caso veneziano arriva da Salvatore Acciardi che dal paesino siciliano di Roccalumera twitta: «Questa è la risposta al bar di Venezia», e la granita con brioche e caffè costa appena 2,80 euro. Lo scontrino più curioso, infine, arriva da Giorgio Marinelli, che sul blog di «Nonleggerlo» ha postato uno scontrino del 1999: «A Venezia io 4 anni fa ho pagato due caffè 27 mila lire».
Claudio Malfitano
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