Negozi chiusi la domenica, lo shopping in crisi spera nel miracolo di Natale

VENEZIA. Tutti i negozi, senza distinzione di sorta, chiusi la domenica. Niente passeggiate in Piazza San Marco o in Piazza Ferretto. Al bar ma, dalle 15 alle 18, solo da seduti. La nuova stretta, decisa dal governatore del Veneto Luca Zaia, cancella il già magro shopping domenicale e inchioda a più o meno scomodi sgabelli i frequentatori dei locali che hanno anticipato lo spritz all’ora della merenda.
Un altro colpo per commercio e pubblici esercizi i quali, dall’inizio del lockdown a tappe, a quasi tre settimane dal primo giro di restrizioni, ora devono vedersela con ulteriori limitazioni nei giorni in cui dovrebbe (dovrebbe) iniziare a muoversi lo shopping natalizio.
Ristori ai negozi
«Già la chiusura di bar e ristoranti alle 18 aveva dato un colpo alla voglia di ripartire, ora qui bar che non hanno sedie dovranno inventarsi qualcosa - dice il presidente dell’Ascom, Roberto Magliocco - Il vero problema è che i ristori che devono essere dati a tutti; non solo a bar, ristoranti e alberghi, ma anche ai negozi. Questo è quello che chiediamo a gran voce».
Piazza San Marco
Se una parte di bar e ristoranti del centro storico si è salvata grazie ai residenti, molti dei pubblici esercizi che vivevano sul turismo hanno chiuso. In Piazza San Marco, dopo aver sperato invano che qualcosa cambiasse, i caffè storici hanno chiuso tutti. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati il Florian e il Quadri, uno di fronte all’altro nella desolazione della Piazza ormai vuota.
Per i negozi la situazione non va meglio. In centro storico uno su due ha scelto di spegnere le luci da subito, ossia dal 26 ottobre scorso quando è entrato in vigore il lockdown che impone la chiusura dei bar alle 18. Qualcuno ha deciso di tenere aperto solo venerdì e sabato. Senza locali aperti, difficile immaginare il giro a negozi prima di cena. Esattamente come, proibire da questo fine settimana le passeggiate domenicali in centro equivale azzerare lo shopping.
«In giro non c’è nessuno, quindi tenere aperto o chiuso la domenica non cambia molto - dice ancora Magliocco - i grandi marchi ancora resistono perché hanno budget elevati , qualche negozio di vicinato è riuscito a sopravvivere grazie ai residenti, ma per i piccoli è ancora più difficile».
La terraferma
Nemmeno Mestre se la passa meglio. Piazza Ferretto è una sfilza di vetrine spente o per cessata attività o per via del semi lockdown di queste settimane. I centri commerciali, chiusi nei fine settimana, boccheggiano. «Personalmente sono favorevole a questa ordinanza - dice il direttore della Confesercenti Metropolitana Venezia Rovigo, Maurizio Franceschi - Speriamo che il provvedimento sulle chiusure domenicali per evitare gli assembramenti ci consenta di arrivare a Natale con i negozi aperti durante la settimana. Certo, è una rinuncia importante, ma è una rinuncia possibile in nome della salute di tutti».
I bar
Anche i bar privi di posti a sedere dovranno rinunciare a una fetta di clienti. «Purtroppo per colpa di qualcuno a rimetterci è l’intera categoria - dice il segretariodell’Aepe, Ernesto Pancin - ma se non si seguono le direttive chiare e semplici che abbiamo c’è il rischio che questo non sia l’ultimo provvedimento restrittivo». —
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