Negozi chiusi in centro «Servono nuovi alimentari»

MIRANO
“Affittasi”, “vendesi”, “cedesi attività”: i segnali della crisi affissi sulle vetrine di alcuni negozi nelle vie principali di Mirano, come via XX Settembre. Nel giro di pochi mesi hanno chiuso i battenti Cacao abbigliamento, aperto da appena un anno, Sogni e Nuvole, rivenditore autorizzato di Thun e Swarovski e lo storico Victory, punto di riferimento per la pelletteria. Ma i commercianti del centro sono, tutto sommato, ottimisti: purchè si agisca secondo una regia che ora manca.
«È evidente che i prezzi esageratamente elevati degli affitti a Mirano non ci aiutino» sostiene Roberto Rossato, titolare del negozio di calzature e abbigliamento Donna Men & Women Fashion, «e sicuramente soffriamo la vicinanza di centri come Nave de Vero, ma non è questo il vero problema.
Quello che realmente manca è un maggiore controllo sulle nuove aperture, che dovrebbero essere fatte con la logica di una sorta di centro commerciale all’aperto. I cittadini potrebbero in tal modo soddisfare qui ogni necessità, senza bisogno di spostarsi, ma per farlo è necessaria una grande aggregazione tra negozianti e un importante dialogo con le amministrazioni. Non dovrebbero più esserci aperture selvagge, senza un approfondito studio di attività presenti e mancanti».
La Confcommercio del Miranese si impegna da anni per tutelare e incentivare i commercianti, anche attraverso la promozione di eventi come la Notte Bianca, “A piedi in centro” e l’imminente “Black Friday” o le iniziative in onore del Natale e del Capodanno, che stanno riscuotendo sempre più successo, simbolo di una ripresa nonostante le difficoltà legate anche al nuovo modo di spendere i soldi.
L’offerta si è moltiplicata grazie all’avvento dell’e-commerce, ed è proprio per questo che converrebbe continuare a guardare al futuro, ma con uno sguardo al passato. «Quello che manca nella nostra piazza» dice Silvana Muffato, titolare della storica profumeria Silvy, «sono le botteghe di alimentari, quelle che c’erano una volta. Se ci fossero, sarebbe più immediato, soprattutto per i genitori che portano i figli a scuola, fermarsi in zona ed entrare nei nostri negozi, mentre per comodità spesso tendono a recarsi in centri commerciali dov’è possibile contemporaneamente fare la spesa, lo shopping di vestiti, bere il caffè… Non solo, è importantissimo che i negozi di un centro come Mirano dimostrino di avere personale professionale, qualificato, costantemente aggiornato con corsi di formazione in modo da garantire sempre un servizio personalizzato e poter così fidelizzare il cliente».
In un contesto di indubbie difficoltà i miranesi non mollano, ma anzi sostengono ora più che mai la necessità di unire le proprie forze e gestire al meglio le risorse di una città, che continua a dimostrarsi polo di attrazione anche per i comuni limitrofi.
«Sarebbe bello che, con l’aiuto del Comune, creassimo dei comitati dei commercianti con libera espressione» sogna Massimo Cazzegon, titolare dell’Erboristeria Miranese, «e soprattutto che venisse dato maggior rilievo a tutte le vie principali di Mirano, oltre che all’area della piazza».
Non solo vetrine spoglie e serrande abbassate dunque, ma anche un coro di voci forti e positive che sperano e credono nella collaborazione e nell’amore per la loro città. —
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