«Necessaria la disinfestazione»

Di Giovannantonio lancia l’allerta: «I sistemi di difesa ci sono e vanno applicati»

MIRANO. «Tranquilli, ma vigili». Suona pressappoco così l’allarme lanciato da Gennaro Di Giovannantonio dopo la scoperta del primo caso sicuramente autoctono di febbre del Nilo nella nostra regione dall’inizio dell’anno.

«La provincia di Venezia e il Veneto in generale si confermano zone endemiche, sono cioè un serbatoio virale per questo tipo di malattia», spiega l’esperto, «Attualmente la Wnd colpisce in modo grave solo nell’1 % dei casi, ma la sua incidenza è destinata a crescere, favorita anche dai cambiamenti climatici. Non c’è alcun allarmismo da fare, ma è necessaria un’urgente e sistematica opera di disinfestazione».

Di Giovannantonio chiama in causa le autorità sanitarie incaricate della sorveglianza e della profilassi in questi casi, ma soprattutto i sindaci: «Sono i comuni a doversi muovere per primi: è necessaria un’intensa opera di disinfestazione del territorio. Niente di più di quello che si fa già per combattere ad esempio la zanzara tigre, come la disinfestazione di caditoie e fossati e la distribuzione di pastiglie larvicide ai privati. Il problema è che non tutti lo fanno e nemmeno la totalità dei comuni ha messo in campo le attività minime utili a fronteggiare il problema». Un appello che Di Giovannantonio estende anche ai responsabili di condominio e ai proprietari di giardini privati. L’Asl 13, dove è stato riscontrato il caso, ha già divulgato da un mese un decalogo che prevede precauzioni simili a quelle per la zanzara tigre: sfalci dell’erba, pulizia di fossati e scoli, eliminazione di ristagni d’acqua in terrazzi, giardini e orti e applicazione di prodotti contro la crescita di larve. «Dobbiamo renderci conto», conclude Di Giovannantonio, «che siamo di fronte all’ennesima patologia ambientale in un territorio come il nostro, già così fortemente penalizzato da centinaia di inquinanti persistenti con effetti sanitari anche irreversibili». (f.d.g.)

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