Musei civici, il Tribunale di Venezia rigetta il ricorso contro il licenziamento di Daniela Ferretti

Il rapporto tra la ex direttrice del Fortuny e la Fondazione Musei interrotto nel 2019 e legato alla donazione Barbarigo-Music poi saltata 

VENEZIA. È ancora avvolta da un alone di mistero la vicenda che portò un anno e mezzo fa alla brusca interruzione del rapporto di lavoro tra l’architetta Daniela Ferretti, già dirigente della Fondazione Musei Civici nonché direttrice del Museo Fortuny, e la Fondazione Musei Civici.

Ieri al Tribunale del lavoro di Venezia è stata depositata la sentenza della giudice Anna Menegazzo che rigetta il ricorso presentato da Ferretti contro il licenziamento della Fondazione Musei Civici, avvenuto a fine novembre 2019. Entro 60 giorni verranno depositate le motivazioni. Soltanto in quel momento si potrà conoscere il motivo di un contenzioso su cui entrambe le parti non hanno voluto mai proferire parola.

La Fondazione Musei Civici, difesa dall’avvocato Francesco Fabris di Mestre in collaborazione con il professore Armando Tursi e lo Studio Ferruzzi Tella Fabris, ha inviato ieri poche righe, senza entrare nel dettaglio: «Fondazione ha operato secondo criteri di trasparenza e obiettività in ottemperanza alla normativa sul lavoro e con l'applicazione del codice etico aziendale» ha fatto sapere, aggiungendo un breve commento della presidente Mariacristina Gribaudi. «Questo giudizio ci conforta nell’operare quotidiano al servizio dei Musei della città».

Sul motivo del contenzioso bocche ancora cucite. Lo stesso per l’avvocato Sandro Grandese che difende l’architetta Ferretti e che ieri non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione in quanto senza le motivazioni non ha nessun senso commentare. Sembra che all’origine dello scontro ci sia il lascito testamentario della pittrice veneziana Ida Barbarigo che includeva un immobile di pregio con le opere di Barbarigo, ma anche del celebre artista Zoran Music e del veneziano Guido Cadorin. Opere importanti per la storia della città che, a causa del contenzioso, non saranno più parte del patrimonio dei Musei Civici.

Per la Fondazione questo lascito era pervenuto alla dirigente in relazione alla sua attività di curatrice di diverse mostre degli artisti citati e per questo violava il codice etico che impedisce ai dipendenti di ricevere utilità di qualunque genere in forza di attività compiute o da compiere nell’esercizio della propria funzione. A questo punto sembra che la Fondazione abbia chiesto a Ferretti di rinunciare all’immobile, invano, e che quindi abbia deciso di licenziarla. Fino a quando non si leggeranno le motivazioni e non si sarà ascoltata l’altra parte, tutte queste rimangono ipotesi che verranno o meno confermate quando le motivazioni saranno rese pubbliche. —



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