Multati due pescatori di frodo sorpresi di notte sul Piave

Comminata sanzione di duemila euro dopo l’intervento della polizia provinciale Gentilomo (Fipsas). «Gettano centinaia di metri di reti e fanno razzia del pesce» 
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA’ - PESCATORE DI FRODO
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA’ - PESCATORE DI FRODO

SAN DONà

Pescatori di frodo nei fiumi e canali che si intrecciano nel basso Piave. Giovedì notte alcuni pescatori hanno chiamato la Fipsas, federazione italiana della pesca sportiva, e hanno segnalato una barca sospetta nei canali Sile e Piave Vecchio, tra San Donà, Musile e Jesolo. La polizia metropolitana, nel cuore della notte, è giunta sul posto e ha rintracciato i due sull’imbarcazione elevando una sanzione da 2 mila euro.

I pescatori di frodo, due cittadini rumeni, avevano già iniziato a posare le reti, per centinaia di metri, nel cuore della notte certi che nessuno li potesse vedere. In realtà qualcuno li ha osservati per ora prima di capire che si trattava di pesca illegale. L’allarme è subito scattato in tutto il territorio tra il basso Piave e litorale dove si teme una nuova invasione. Già la scorsa estate la Fipsas ha individuato non solo pescatori di frodo, ma anche centinaia di metri di reti che erano state allargate nei canali della zona. Reti che questi pescatori ritirano dopo alcune ore di attesa, prelevando tinche, carpe e varie altre specie che popolano questi canali. La Fipsas è impegnata proprio in queste settimane nella ripopolazione delle acque del territorio. Paolo Gentilomo, responsabile della Fipsas per i rapporti con la Regione, ha organizzato le semine con Veneto Agricoltura. Le operazioni sono già a buon punto, ma la pesca di frodo continua a essere una spina nel fianco per gli appassionati pescatori rispettosi dell’ambiente.

Alfredo Zaccariotto, responsabile di zona della Fipsas, con Costante Marigonda, entrato nel consiglio regionale della federazione assieme al nuovo presidente regionale, anche lui sandonatese, Gian Battista Mengo, esprimono la preoccupazione di tutta la categoria. «I pescatori di frodo hanno lasciato da qualche tempo le acque del Po», spiegano, «dove ormai hanno fatto completa razzia dei pesci e si sono spostati verso i nostri corsi d’acqua per cercare più abbondanza nella loro attività illegale e dannosa per l’ambiente. Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi. Ora i pescatori sono più attenti e ci fanno delle segnalazioni regolari. La polizia metropolitana interviene subito dopo le nostre chiamate e quindi abbiamo formato una squadra ben coordinata che sta dando ottimi frutti, anche perché siamo riusciti a fermare molti di questi pescatori di frodo in azione. Bisognerebbe inasprire però le sanzioni», concludono, «per convincere queste persone che i loro atti illeciti stravolgono la nostra fauna acquatica e compromettono il nostro ecosistema». —



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