Mirano, dal Cas ai cantieri edili: nuova vita per i rifugiati
Concluso un percorso di formazione promosso da Sicur Form e artigiani. Sei ospiti, di età compresa tra 20 e 38 anni, potranno ora cominciare a lavorare

Dai volti di Akbar, Mohammad, Hosni, Issa, Muhammad e Bakay, richiedenti asilo provenienti da Bangladesh, Pakistan, Tunisia, Mali e Costa d'Avorio, traspariva una malcelata emozione ieri, al Cas (Centro di accoglienza straordinario) di via Caorliega a Mirano, al termine del proprio percorso formativo nel campo dell'edilizia.
Da oggi, infatti, i sei migranti ospiti nella struttura miranese, seguiti dalla cooperativa Un mondo di gioia, attestato alla mano, possono ambire ad entrare nel mondo delle imprese artigiane tramite un progetto coordinato tra Sicurform - Formedil Veneto, ente paritetico di formazione e sicurezza per l'artigianato e le PMI edili, Confartigianato Metropolitana di Venezia, Cgia Mestre e Confartigianato Riviera del Brenta.
Il tutto reso possibile grazie al protocollo d’intesa tra il Ministero degli interni e le associazioni dei datori di lavoro e sindacali dell’edilizia per l’inserimento socio lavorativo di richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità. Già alcune imprese del territorio sono pronte a farsi avanti.
A presentare l'iniziativa Andrea Saviane, segretario di Confartigianato Città metropolitana, il quale ha ricordato come si è sviluppato il corso per i sei soggetti selezionati, tutti tra i 20 e i 38 anni di età, tra i 50 ospiti della struttura. Il corso prevedeva 100 ore di frequenza dallo scorso 4 luglio con un occhio particolare alla sicurezza.
La parte pratica è consistita nell’allestimento di spazi logistici e di elementi operativi di cantiere, tracciamento di base di elementi progettuali, esecuzione di piccoli manufatti edili come panche e tavoli esterni.
«In questo modo» ha sottolineato Saviane «i corsisti si sono anche presi cura del luogo che li ospita».
A fare gli onori di casa il sindaco di Mirano, Tiziano Baggio, il quale si è augurato che questo percorso «possa diventare un modello».
«Un’azione dalla molteplice valenza», l'ha definita Enrico Maset, presidente di Sicurform, alla sua terza esperienza di questo tipo «sia sul piano sociale – integrazione e autonomia – sia su quello imprenditoriale».
«Mi ha colpito come questi ragazzi abbiamo le idee chiare sul proprio futuro» ha spiegato Giovanni Bolzonella, capo categoria Edilizia Confartigianato Riviera del Brenta «Magari alcuni di loro possono diventare dei maestri muratori con la volontà di formare altri ragazzi. Per questo abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto».
«È un piccolo solco che tracciamo» ha ricordato Paolo Zabeo di Cgia Mestre «ma auspichiamo che nel tempo queste iniziative possano diffondersi».
«Per loro è stato motivo di orgoglio essere stati selezionati per prendere parte a un’iniziativa così significativa» ha raccontato Francesca Stelletti, della cooperativa “Un mondo di gioia». Infine l’assessore alle Politiche sociali Francesco Venturini ha parlato di un «progetto coerente con l’obiettivo di un’accoglienza attiva e dignitosa». —
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