A Mestre è boom di negozi bengalesi: ecco su cosa investono gli imprenditori stranieri

Da via Olivi a via Bembo passando per corso del Popolo, la comunità rilancia le attività sfitte aprendo soprattutto sarti, barbieri e pizzaioli

Marta Artico
Dalì ha aperto una sartoria in via Olivi
Dalì ha aperto una sartoria in via Olivi

Supermarket, money transfer, barbieri da uomo, qualcuno unisex. Ma anche negozi di abbigliamento e pizzerie etniche. L’avanzata dei piccoli imprenditori bengalesi, in città, che da lavoratori per cooperative in appalto alla Fincantieri si mettono in proprio lanciandosi in nuove attività, non si ferma.

Al contrario. I locali sfitti della città, sempre più spesso vengono occupati da nuove imprese di imprenditori bengalesi. In via Olivi, centralissima e un tempo cuore del commercio cittadino, gli italiani si contano sulle dita di una mano, se vale ancora la distinzione, vista la contaminazione tra locali e stranieri.

L’ex bottega di Campagna Amica, in corso del Popolo, diventerà un barbiere bengalese
L’ex bottega di Campagna Amica, in corso del Popolo, diventerà un barbiere bengalese

Il piccolo minimarket che aveva aperto lo scorso inverno, Star Shop, si è trasformato in un money transfer che fa anche servizi di agenzia di viaggio, air ticket e vi dicendo. A fianco, invece, ha aperto un supermarket, sempre bengalese, molto più grande. Poco più in là, verso la chiesa dei Cappuccini, al posto di un negozio di vestiti etnico, ha aperto Dali, anche lui bengalese, che di professione fa il sarto, sorride e invita le donne a entrare, spiegando che sa fare di tutto e che la sua passione è modificare i capi.

Tra le vie un tempo gettonate che si stanno svuotando, c’è anche Calle del Sale: nei mesi scorsi hanno chiuso diversi negozi, la desertificazione sta sempre più restringendo il centro, che piano piano si riduce a poche strade oltre alla piazza.

In via Bembo, un’altra strada in trasformazione, sono in via di apertura due nuove attività bengalesi, un pizza Kebab, che aprirà a fianco alla nota osteria Vite Rossa a giorni (sono in corso i lavori) e di fronte un minimarket, che si aggiunge ai frutta e verdura aperti alla fine di Corso del Popolo e ai negozi di souvenir per turisti. E proprio qui, in Corso del Popolo, i bengalesi stanno acquistando o affittando numerose attività lasciate sfitte.

Una tra tutte, Campagna Amica. Dove un tempo c’era la famosa bottega, che ha chiuso oramai da qualche tempo dopo aver denunciato la situazione del Corso, i numerosi furti subiti e la delinquenza, aprirà un barbiere bengalese, che si aggiunge alla lista dei numerosi che hanno fatto capolino di recente.

A sorpresa, sono state coperte anche le vetrine del famosissimo Spaccio 5, un tempo uno dei negozi per giovani più amati della città, quando i ragazzi arrivavano da tutta la provincia per comperare i Levi’s e alcune marche di abbigliamento che si trovavano solo in alcune catene. Rumors non ancora ufficializzati fanno sapere che anche nell’ex negozio storico poi passato di mano, dove si intravedono ancora le antiche scritte, aprirà un’attività bengalese, probabilmente un supermercato o un alimentari.

In tanti, invece, si domandano cosa succederà alla Pam Local, che ha chiuso per lavori, ma che potrebbe aprire con un’altra insegna.

Se i bengalesi differenziano le attività, i cinesi puntano sui locali, tanto da averne aperto uno anche in piazza Ferretto e un secondo è in arrivo. Da qualche giorno anche il famosissimo AcquaAlta di piazza Barche, ha ceduto ai cinesi la nota attività, negli anni cresciuta sempre di più fino a diventare un locale di tendenza amatissimo dai mestrini, un punto di ritrovo che abbraccia generazioni diverse, da oramai molti anni.

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