Mestre, l'area del canal Salso e di Forte Marghera sarà pedonalizzata

MESTRE. «Mestre è il futuro». Il leit motiv del sindaco è spingere non solo sugli investimenti ma anche sulla cultura a Mestre, la “campagna” cuore della città metropolitana. «Basta veti, bisogna far fare le cose ai privati, per un nuovo rinascimento di Venezia». Ma dal Municipio di Mestre la sua visione passa per il rilancio di Porto Marghera, con nuovi investitori, e arriva fino al centro di Mestre con la spinta innovativa del museo M9 «di cui andiamo fieri». Altro tassello importante l’area di cultura, sport ed eventi tra Forte Marghera e S. Giuliano.
Canal Salso pedonale. E il sindaco lancia nuove idee, che riprendono vecchi progetti. Come la sperimentazione di pedonalizzare una delle due corsie di via Forte Marghera, quella che costeggia il Canal Salso. Una suggestione che arriva dal vecchio Piano guida di San Giuliano dell’architetto Di Mambro. «Certo che cerco di attuare il piano Di Mambro», chiarisce il sindaco. «Io sono andato a Boston, anni fa, per incontrare l’architetto e capire i suoi progetti. Secondo me una sperimentazione di pedonalizzazione, iniziando le domeniche o per eventi come il Carnevale, iniziando con il transennare la strada, è da fare». Per Brugnaro, Forte Marghera e il Canal Salso, che arriva fino in piazza Barche, sono «il cordone ombelicale tra Mestre e Venezia, la vecchia via dei traffici e dei rapporti». Lungo il Canal Salso, si potranno inserire anche locali e qui si innestano altri progetti, come il rifacimento del mercato di Mestre.

Museo del Novecento e Ztl. Non solo Forte Marghera (di cui parliamo sotto) ma anche il nuovo Museo M9 che aprirà in via Poerio il 1 dicembre 2018. «Idea da noi condivisa», precisa il sindaco. « La data di apertura ora è certa. Sarà bello o brutto? Lo valuteremo. Noi siamo impegnati nel rendere accessibile il museo mettendo a disposizione parcheggi e spazi per gli autobus». In questa ottica va anche «la sospensione delle zone a traffico limitato che ricordo ci costa un milione e mezzo l’anno di mancati introiti», dice il sindaco.
«Ma c’è chi si lamenta», commenta, riferendosi alle proteste di via Colombo. E parlando di M9, annuncia che nel consiglio generale della Fondazione di Venezia, ha nominato come rappresentante del Comune l’avvocato del Lido, Paolo Roberto Risotti (candidato nel 2015 per la sua lista come consigliere alla Municipalità del Lido).
Commercio e via Piave. Il Comune punta anche al distretto del commercio. Brugnaro spiega che la concorrenza è necessaria: «Se perfino Auchan fa ricorso al Tar contro l’arrivo di Lando significa che la concorrenza c’è e io vedo negozi aperti e gente più sorridente in giro». Per via Piave punta a rivedere la viabilità nelle laterali da anni chiuse al traffico (per frenare il fenomeno prostituzione) e che oggi «favoriscono invece la presenza del degrado».
Cantieri bloccati. «Speriamo di avere noi la gestione del cantiere Sfmr della Gazzera e via Olimpia. Ci stiamo lavorando con la Regione. Poi vogliamo risolvere, ora che l’impresa è fallita, anche la questione dell’ ex Umberto I».
Vicenda Pili. E torna anche sulla vicenda Pili, dopo lo scontro in consiglio. «Abbiamo dato disponibilità al privato (Porta di Venezia, ndr) a presentare il progetto, mi attendo che lo facciano. Il tema è delicato: ci sono le bonifiche da fare e va fatto un progetto bello perché il sindaco pretende che sia così. Ma son problemi loro. Certo è che una squadra che ha vinto uno scudetto non può non avere un palazzetto. Per avere la deroga serviva la disponibilità a fare un progetto da parte del Comune».
Porto Marghera, crociere e Zes. «Va fatta rivivere Porto Marghera. Il rilancio passa da qui, dove si conosce il sacrificio del lavoro», spiega ancora Brugnaro. Sulle grandi navi, una soluzione è stata individuata e ora si attendono i progetti. «Ma noi non perderemo un posto di lavoro». E sulla via della Seta: «I cinesi puntano su Venezia e Rotterdam. Il governo torna e parla di Trieste e Genova. Non avranno capito il cinese. Fanno la norma sulla Zes e la danno, fatalità a Trieste. La vogliamo anche noi, perché è un grande attrattore di imprese».
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