«Ma le poesie non fanno male»

Antonio Melis, minacciato di multa per aver offerto i suoi scritti, racconta la sua vita da bohémien

Lasciateci sognare con una poesia in mano. Non è facile riuscire a strappare un sorriso alla gente che cammina di fretta per strada, ma c’è ancora chi ci riesce. Antonio Melis, da vero bohémien, gira con un tavolino ricoperto da un tappetino orientale rosso dove appoggia un cesto di cartone contenente un mazzo di pergamene arrotolate, ognuna con una sua poesia. Le sue parole possono piacere o non piacere, ma l’uomo che da qualche giorno dona in campo Santa Margherita a Venezia una poesia in cambio di un’offerta ha scosso i cuori di ogni passante. Un paio di giorni fa, proprio nella città patria dell’arte, i vigili gli hanno fatto capire che non si vive di poesia. È la burocrazia quella che sostiene il mondo e anche un artista di strada deve esibire il permesso di sostare in strada, poeta o non poeta. Detto fatto i vigili hanno preso il cesto di poesie e se lo sono portati via, minacciandolo di pagare una multa salata di 2.500 euro. Il fatto ha destato l’imbarazzo del vicesindaco Sandro Simionato che si è subito scusato, affermando che gli avrebbe al più presto fatto recapitare il libro del Nobel Wisawa Szymborska, «Discorso all’ufficio oggetti smarriti» (non ancora pervenuto).

«Vorrei che questa storia finisse al più presto, perché non sto facendo male a nessuno. Non ho chiesto soldi allo Stato e non voglio che me li chieda perché non li ho e vivo con dignità chiedendo un’offerta e dando in cambio una poesia. La libertà non ha prezzo e io da 38 anni vivo in questo modo senza disturbare nessuno. A Padova al Pedrocchi i vigili non mi hanno detto nulla, a Bologna addirittura dopo un po’ che mi conoscevano mi hanno detto che mi vogliono bene. A Roma sono di casa e mi salutano anche i parlamentari dato che spesso sono in quella zona. Poi, sempre a Roma l’Associazione Chiseminaraccoglie di Patrizia Rufino mi ha proposto di pubblicare le mie raccolte». È vero, conferma la Rufino: «Mi dispiace per quello che sta succedendo a Melis perché è una persona molto buona. Purtroppo al giorno d’oggi di fronte a un modo di vivere diverso dal comune non si sa più riconoscerne la spontaneità e autenticità». Melis è di origine sarda e ha vissuto al Lido dal 1981 al 1985: «Ho conosciuto me stesso, vivevo in spiaggia, poi ho conosciuto delle persone che mi hanno ospitato. A Roma mi bastava vivere con un cartone e stavo benissimo. È al Lido che ho imparato a distaccarmi dalla materia per ritornarci pieno di amore. Io amo la vita, mi piace Campo Santa Margherita. Le persone che agiscono con cattiveria vanno contro le leggi dell’universo. I vigili hanno avuto la libertà di prendermi tutte le poesie e possono avere la libertà di riportarmele. Sono venuto in pace e me ne andrò in pace».

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