M9 museo invisibile Mestre non riesce a promuovere il suo Novecento

«M9? No, non abbiamo dépliant». È questa la risposta che ci si sente dare quando si entra all’interno di uno dei nuovi hotel della cittadella turistica di via Ca’ Marcello, dove ogni giorno si muovono migliaia di persone di tutte le nazionalità.
Non un banner in piazza Ferretto - ci sono quelli in via Poerio - non un cartellone murale, non una pubblicità su autobus, tram o taxi. Nessun cartellone in stazione né in aeroporto. Niente di niente.
Il fiore all’occhiello della città, frutto di un investimento milionario della Fondazione di Venezia, nella bocca di ogni discussione, è una cenerentola.
Alla stazione di Mestre, lungo il sottopasso centrale, fino a qualche settimana fa c’erano delle scritte sbiadite per terra che indicavano il Museo del ‘900. Adesso sono state rimosse, perché troppo usurate. Facevano parte di un accordo tra Polymnia e Ferrovie per la promozione del museo, un accordo ora scaduto. In stazione, insomma, dell’M9 non c’è traccia in questo momento. E se la Maratonina di Mestre è celebrata con un mega striscione che va da una parte all’altra di via Palazzo, dell’M9 neanche l’ombra.
All’interno dell’ostello di design Anda di via Ortigara c’è un grande bancone con opuscoli di tutti i tipi per i turisti, ma dell’M9 nulla. «Avevamo qualcosa» spiegano «adesso forse sono finiti e non ce ne hanno dati altri». All’interno una mappa della città lagunare e una di Mestre, con alcuni locali e luoghi di interesse, prodotta dalla catena.
Nella hall degli hotel AO, il primo e anche il secondo arrivato, si trovano cartoline di Venezia, ma nulla sul Museo tanto celebrato di Mestre. Alla reception, alla richiesta di avere un cartaceo, rispondono che non ce l’hanno, ma dal tono sembra quasi di avere fatto una domanda troppo tecnica.
Sono cinquemila i nuovi posti letto, che raddoppiano la capacità delle strutture turistiche che esistevano finora. Nel nuovissimo Leonardo Royal Hotel di Mestre, 244 camere per 500 posti letto, in esposizione non c’è nulla.
Ma il direttore è sul pezzo. «Abbiamo chiesto al Museo M9 espositori, totem, roll.up e cartelloni» spiega il general manager Andrea Doria «ma per ora non ci è stato mandato niente se non qualche dépliant. Noi siamo molto disponibili, saremmo felici di fare pubblicità al Museo, ma forse loro dovrebbero essere un po’ più proattivi. Io all’M9 ci tengo, organizzo visite ai giornalisti che vengono a vedere l’hotel durante i nostri eventi promozionali. Mestre questo Museo dovrebbe sfruttarlo, perché ha grandissime potenzialità e quello che la città offre dovrebbe essere più sponsorizzato. Il sindaco per la città ha fatto molto, ma mi piacerebbe vedere un po’ più di sprint da parte dei portatori di interesse. Gli esercenti un disastro, abbiamo fatto un incontro con i direttori degli alberghi della zona e ci hanno riproposto il Mestre shopping district – conclude il manager – ma la verità è che all'appello mancano proprio i negozi, ossia la materia prima, la piazza è per metà vuota, così come i locali commerciali».
Fondamentale, per le categorie economiche cittadine, sarebbe che la città possa contare su un ufficio turistico che intercetti chi smonta dal treno, chi arriva in auto o con un altro mezzo. Ma è Mestre non c’è neanche un ufficio dedicato al turista, nonostante il boom avvertito negli ultimi tempi, effetto del distretto degli hotel. Alessandro Burgarella, delegato Ava degli albergatori per la terraferma, è ottimista. Il sito internet dell’hotel che gestisce, il Russott di San Giuliano, ha una pagina dedicata agli eventi in continuo aggiornamento con uno spazio ad hoc per l’M9.
«I dépliant del Museo come quelli del Distretto del commercio dovrebbero arrivare i primi di settembre negli alberghi per essere distribuiti» spiega «c’è però da dire che il cliente perché visiti un sito di interesse deve essere invogliato e informato e in questo caso dipende dal personale degli alberghi: il mestiere si evolve ed oggi dobbiamo diventare anche comunicatori. Sto cercando di fare gruppo, di creare un team tra gli hotel della città, compresi quelli nuovi, perché bisogna dar vita a una sinergia con le realtà del territorio: tu mi fornisci il materiale, io lo illustro. Molto dipende naturalmente dallo staff degli hotel, la promozione deve essere fatta da tutti, non solo da un interlocutore: noi per primi dobbiamo cominciare a dare e offrire oltre che a ricevere». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia