Lo chef disabile che ama il mare, torna ad aprire il suo ristorante a Mirano

MIRANO. Non si arrende Omar Papait, come non si è arreso il 23 giugno del 2000 quando, a 22 anni (oggi ne ha 42), perse l’uso degli arti inferiori dopo un incidente. Allora riprese in mano la sua vita e ripartì, con gli amici Andrea Stella e Mauro Pelaschier partì per una traversata, divenendo i primi disabili a riuscire nell’impresa di attraversare l’oceano Atlantico in regata con catamarano a vela. Ed è proprio la barca a vela l’altra grande passione di Omar, dopo la cucina, essendo lo chef e titolare dell’Osteria Veneta da Piero di via Cavin di Sala di Mirano.
E qui arriva la sua seconda ripresa, perché non si è arreso al coronavirus e, assieme alla sua famiglia, ha deciso di riaprire, salvando tutti i posti di lavoro.
«In questa prima fase», spiega l’uomo originario di Mestre ma lavora a Mirano da 15 anni, «terremo aperti a pranzo e cena dal venerdì al lunedì compresi, martedì mercoledì e giovedì solo su prenotazione anticipata. Adesso va così, in futuro vedremo; prima dell’emergenza, tenevamo chiuso il mercoledì, in futuro faremo due giorni di chiusura settimanale: non si può sempre e solo lavorare». Papait ha dovuto sacrificare un po’ di tavoli ma non i posti di lavoro.
«Prima avevamo una sessantina di posti all’interno, ora saremo sui 35», fa sapere, «ma in esterna abbiamo un plateatico da sfruttare e questo ci salva. Anche in precedenza sanificavamo tutto, ora ci siamo dotati di prodotti specifici come la mascherina dei guanti. Come organico, siamo in quattro fissi e altrettante persone a chiamata: queste rimarranno». Dei suoi colleghi hanno deciso di chiudere, lui ha scelto di andare avanti. «Amo troppo questo mestiere», racconta di sé, «c’è ancora tanta passione e non voglio gettare al vento 15 anni di lavoro. Spero solo che lo Stato ci dia una mano: non parlo per il sottoscritto ma qui sono in gioco un’intera categoria e l’Italia intera». Dopo tutto, a farsi forza Omar è abituato e si rimbocca le maniche pure stavolta. «Quell’incidente dovuto al sonno», racconta, «è stato un duro colpo ma ho un carattere forte e determinato». Ora è ripartito per un nuovo inizio. —
Alessandro Ragazzo
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