L'ex vice comandante condannato a 3 anni per concussione

Sicurezza dei bagnanti grazie ai mezzi della Capitaneria di Porto
Sicurezza dei bagnanti grazie ai mezzi della Capitaneria di Porto
 
VENEZIA.
Il vice comandante della capitaneria di Porto di Caorle, il maresciallo Alessandro Castelluzzo, è stato condannato ieri a tre anni di reclusione per il reato di concussione dal Tribunale di Venezia presieduto dal giudice Stefano Manduzio.
 La sentenza è stata letta nella tarda mattinata di ieri e prevede anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre la pena detentiva è stata condonata. Il pubblico ministero Federico Bressan, che aveva coordinato le indagini della Guardia di finanza, ha chiesto una pena più pesante di sei mesi e il difensore si è battuto per l'assoluzione dell'imputato.  «Il maresciallo per far andare avanti le pratiche di immatricolazione delle barche mi aveva chiesto 200 euro all'una, ma io gli spiegai che non poteva sopportare una cifra del genere e gli proposi 100 euro, così ci mettemmo d'accordo». Due mesi fa, il titolare dell'agenzia marittima di Marghera «Barbara De Lena», il veneziano Bruno De Lena, aveva raccontato ai giudici del Tribunale lagunare come il maresciallo della Capitaneria di Caorle Castelluzzo gli avesse chiesto la tangente.  Lo aveva fatto indicandolo e guardandolo, senza alcun timore. L'imputato era in aula, come del resto ieri quando il presidente Manduzio ha letto la sentenza. I fatti contestati - visto che De Lena non è l'unico ad aver parlato e gli episodi sono numerosi - andavano dalla metà del 2003 alla fine del 2005: le indagini sono state compiute dagli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Finanza.  Nella stessa udienza il rappresentante dell'accusa aveva chiamato a testimoniare l'ufficiale delle Fiamme gialle che aveva compiuto gli accertamenti. Il teste aveva spiegato di aver spulciato tra i conti correnti intestati a Castelluzzo e alla moglie: «In quello intestato alla donna - aveva spiegato - ci sono stati ben sette versamenti in contanti per un valore complessivo di 9700 euro nel 2005, senza alcuna giustificazione apparente, visto che la signora non lavorava. Mentre su quello intestato all'imputato sono registrati i bonifici dello stipendio». Quindi, aveva aggiunto che in un terzo conto corrente c'erano depositati titoli per 120 mila euro, infine aveva rivelato che il sottufficiale della Guardia costiera tra il 2002 e l'anno successivo era entrato al Casinò di Venezia per una decina di volte. De Lena aveva affermato che se non pagava, le sue pratiche rischiavano di arenarsi. Aveva riferito anche di aver pagato un'escursione con cena di pesce in Croazia al maresciallo e al suo comandante. Oltre a lui, a denunciare Castelluzzo era stata Monica Bogatoj, titolare dell'agenzia «Centro servizi nautici» di Caorle. Anche lei aveva pagato la tangente per far immatricolare la barca di un cliente.

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