«L’antico trabacolo sarà demolito»

L’appello del proprietario per salvare il Concordia, barca con 130 anni di storia

È il più antico trabaccolo della laguna, costruito più di un secolo fa. Ma adesso rischia la distruzione. È un appello disperato, quello lanciato da Michele Tonolotto, veneziano, ultimo proprietario del trabaccolo «Concordia». «Un pezzo unico del patrimonio navale veneziano sta per essere cancellato», dice, «lunedì prossimo potrebbe essere sequestrato e quindi distrutto "d'autorità"».

Da qualche anno la preziosa imbarcazione in legno, un cimelio degno di essere esposto nei musei navali, è ormeggiato alla Giudecca, in acque demaniali. Nei giorni scorsi è arrivato a Tonolotto l’ultimo sollecito firmato dal Provveditorato alle Opere pubbliche del Veneto (ex Magistrato alle Acque). «Mi hanno aumentato il canone del 300 per cento, e adesso io dovrei pagare qualcosa come 17 mila euro», continua Tonolotto, «non li ho, e dunque non so che farci. Credo che sia una vergogna», continua, «e come spesso accade, certe autorità pubbliche, invece di impiegare le proprie risorse per favorire la conservazione, da parte degli appassionati, di patrimoni culturali inestimabili, rimuovendo gli ostacoli invece ti chiedono il conto».

Che fare? Tonolotto si è rivolto disperato anche al Museo della navigazione fluviale, di Battaglia Terme. Sono stati bravi, si sono offerti di ospitare l’imbarcazione», dice. Ma come si fa? Il motore è ormai fuori uso, le dimensioni (17 metri di lunghezza, 5,40 di larghezza) consentono di risalire il canale solo fino a un certo punto. Tonolotto allora lancia un appello al Comune e alla Marina. «La soluzione è lì, a portata di remo: è l'Arsenale, naturale approdo per queste imbarcazioni oramai storiche, portatrici di un carico culturale ed identitario fondamentale per la civiltà umana». «Dentro l’Arsenale», continua l’appassionato collezionista, «l’antica imbarcazione in legno sarebbe preservata e valorizzata». Potendo anche costituire una forma di richiamo. culturale-

Gilberto Penzo, studioso di barche veneziane, cita il Concordia e la sua storia lunga oltre un secolo. »Il trabaccolo è stato costruito nel 1910 nel cantiere Giacomo Storoni di Pesaro, anche se l'ex proprietario afferma che in realtà sia stato costruito a Monopoli, nel 1887 e poi immatricolato nel 1910, quando fu installato il motore. Si tratta quindi di uno dei pochissimi trabaccoli ancora galleggianti visto che il Marin Faliero è a terra ormai inutilizzabile e restano sulla costa adriatica solo l'Isola d'Oro e il Nuovo Trionfo.

Proprio il Nuovo Trionfo racconta una storia esemplare di recupero affidata però anche in questo caso all’iniziativa e alle energìe di singoli cittadini. Soci benemeriti hanno contribuito al suo restauro, realizzato dal cantiere Casaril di Cannaregio. Adesso il Nuovo Trionfo è stato rimesso in salute, utilizzando anche una tecnica modernissima di riparazione dei legni dello scafo. Tra poco sarà possibile rivederlo in servizio, ormeggiato a Punta della Dogana con le sue vele e pronto a portare gruppi di turisti in giro per la laguna. Quella del Concordia è un’altra storia. C’era stato anche un tentativo di venderlo, sul sito «Subito.it». Ma le sue condizioni precarie – e l’assenza di propulsione – hanno reso tutto più problematico. Adesso il trabaccolo rischia la demolizione, perché il suo proprietario non riesce a pagare cifre astronomiche per tenerlo in acqua. «Sarebbe un insulto alla storia della marineria», dice disperato Tonolotto.

Alberto Vitucci

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