L’addio a Lucia Manca oggi i funerali a Milano

MARCON. Ciò che ha più desiderato la famiglia di Lucia Manca, la bancaria che con il marito, Renzo Dekleva accusato del suo omicidio, abitava a due passi dalla caserma dei carabinieri, era poter riavere il corpo della donna: poterlo piangere, posarvi sopra un fiore. Per quasi un anno e mezzo (oltre 16 mesi), invece, non è stato possibile dare le giuste esequie alla donna uccisa il 6 luglio del 2011, organizzare un momento di addio, che è quasi sempre, per chi resta. Oggi alle 10 a Milano, si volgeranno i sospirati funerali e il feretro, entrerà in chiesa. Domani alle 10.30 nella chiesa dei Santi Patroni di Marcon, proprio a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’appartamento chiuso dove la bancaria risiedeva, verrà celebrata una messa in suo suffragio. Una funzione che si svolgerà nel paese di Lucia, in quella Marcon che si è indignata per la sua morte, dove una comunità per lei ha pregato.
A Marcon convergeranno le persone che a Lucia volevano bene, che hanno pianto in silenzio, lontano dai riflettori delle telecamere per mesi intente a scandagliare strade e negozi. Persone che si sono domandate che fine avesse fatto, che hanno creduto alla sua scomparsa prima della verità emersa dalle indagini, sperando ardentemente di rivedere il suo sorriso. A Marcon ci sono i luoghi che la donna frequentava, il centro estetico di Piazza Mercato, la pulisecco, il salone dove andava a farsi la piega, dove chiacchierava amabilmente del più e del meno senza lasciare mai trasparire, com’era nel suo carattere, che non tutto andava alla perfezione. A due passi dalla chiesa c’era la quotidianità, la casa, una vita che Lucia non pensava sarebbe stata spezzata in una calda notte di luglio, le vacanze già prenotate, l’avvicinamento del posto di lavoro nella sede di Preganziol, un nuovo ambiente, nuovi colleghi e molto altro.
Domani il fratello Giuseppe Manca sarà in chiesa: «Noi familiari parteciperemo», spiega con la consueta compostezza, «abbiamo scelto di farlo come forma di rispetto nei confronti delle persone che le volevano bene qui in Veneto». A Mogliano, a Favaro dove ha vissuto e dove risiedono i genitori del marito accusato di omicidio, a Mestre, dove per anni ha lavorato. In città la famiglia è tornata in alcune occasioni. Momenti tristi, che hanno costellato questi mesi. «Il desiderio più grosso e il nostro sollievo ora era riaverla qui da noi, per poterle portare un fiore. Per il resto la giustizia farà il suo corso. Domani ci troveremo per ringraziare chi le è stato vicino».
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