L’abbraccio della Giudecca a Rizzo

«A Renato Rizzo ero legato da autentico affetto e stima, da vera amicizia: rappresentava l’umanità, la misura, il calore della vera civiltà politica e operaia». Così - affidando il suo messaggio a Massimo Cacciari - il presidente della Repubblica Napolitano ha reso omaggio all’amico partigiano, all’operaio Cnomv e al sindacalista, al dirigente del Pci, consigliere comunale e in Provincia, presidente di Quartiere, presente sino all’ultimo dei suoi 85 anni nella vita della sua sezione Pd alla Giudecca, che ora gli sarà intitolata. Ieri le semplici esequie civili che la figlia Roberta, giornalista e scrittrice, e la famiglia hanno voluto all’aperto, in riva alle Zitelle, nella sua isola, della quale era volto e cuore: una bara semplice, coperta di fiori rossi, tra i labari della Città di Venezia e dell’Associazione partigiani. «Un uomo che sapeva ascoltare e condividere i problemi della gente, che credeva nella politica e nell’impegno civile e sociale», ha detto il segretario pd Mognato. «Lui sì che era uomo delle istituzioni nel senso pieno», ha aggiunto il vicesindaco Simionato. «Come altri amici che abbiamo dovuto salutare», ha detto Cacciari, «Renato faceva politica in maniera totalmente disinteressata, senza mai chiedere potere: alla Giudecca sappiano che quanto stato fatto nell’arredo, nei centri sportivi, nelle case, nel recupero dell’isola lo si deve solo a lui. Dobbiamo ricordare quella loro civiltà per sapere cosa abbiamo perso e a cosa tendere». La figlia Roberta vuole ringraziare «di cuore tutte le persone che hanno partecipato».
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