«La topetta? È come una nave da diporto»

VENEZIA. Ventimila euro di multa se non iscriverà la sua topetta al registro europeo con marcatura CE. Trattamento riservato in genere alle navi o alle grandi unità da diporto. Succede a un giovane veneziano, Stefano B, che ha acquistato qualche tempo fa da un privato di Castello una tipica imbarcazione lagunare in legno. La topa è lunga sette metri e larga 2, ultima creatura costruita dai celebri cantieri Schiavon di San Pietro in Volta. Dunque, barca tipica della laguna, per giunta interamente in legno. Era utilizzata per il trasporto, adesso Stefano ha deciso di sistemarla e utilizzarla per portare in giro la famiglia. Ma si è visto recapitare una lettera dai Servizi Ispettorato di Porto della Regione. Il dirigente Marco d’Elia comunica che «si stanno effettuando, su indicazione dei carabinieri del Nucleo natanti di Venezia, controlli sulle unità di navigazione iscritte al registro navale Navi Minori e galleggianti cancellate per il passaggio al diporto nel quadriennio 2010-2013». «Per poter navigare», scrive ancora la Regione, «occorre che l’unità navale sia dotata di marcatura Ce. In caso contrario, scatteranno le sanzioni previste dall’articolo 56 della legge sulla Nautica da Diporto. Con una multa di 20 mila euro.
In sostanza, stabilisce l’Ufficio, per poter circolare un laguna una topa tradizionale ha bisogno del marchio riservato alle piccole navi. «Una vera assurdità», protestano i diportisti, perché come sempre gli elenchi stilati in sede minesteriale non fanno differenze tra le barche topiche lagunari e le imbarcazioni d’alto mare, rendendo sempre più difficile la navigazione lagunare per gli appassionati, già soggetti a tante limitazioni e all’assedio del moto ondoso e del traffico turistico. «Faremo ricorso», annuncia Stefano B., «ma forse bisognerebbe metter mano a queste norme considerando la specialità della laguna e delle sue barche».(a.v.)
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