La studentessa si ribella al falso agente immobiliare

Gli consegna mille euro per affittare un appartamento ma lui sparisce nel nulla La ragazza riesce a rintracciarlo e si fa restituire parte dei soldi della caparra
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. Maria Giovanna è una studentessa vicentina ventenne, che come tanti giovani veneti si è iscritta ad una delle facoltà dell’Università veneziana e si è messa, assieme ad un’ amica in cerca di un appartamento in affitto possibilmente in centro storico, in modo da evitare il pendolarismo. La casa la cerca sugli annunci sulla stampa, ma soprattutto via internet. E nei primi giorni di agosto comincia a telefonare a numerosi numeri che si era segnata, tra questi anche quello sotto la scritta «Pronto casa», che segnalava un appartamento libero, accanto c’era il numero di un telefono cellulare da contattare. Lei chiama e le risponde un signore, che le fornisce le sue generalità e gli spiega che gestisce un’agenzia immobiliare a Mestre, le parla dell’appartamento in questione e i due prendono appuntamento a Venezia, sotto la casa che devono visitare. Con Maria Giovanna, a due passi da San Giacomo dall’Orio, si presenta anche l’amica: il proprietario dell’immobile permette di osservare la casa, quindi se ne vanno.

Per le due ragazze l’appartamento sembra quello giusto e contattano nuovamente quello che per loro è il titolare dell’agenzia immobiliare per un nuovo appuntamento. Si incontrano nuovamente e lui spiega che c’è bisogno subito di mille euro da consegnare al proprietario per bloccare la casa, poi si farà il contratto. Maria Giovanna ha 500 euro, ma altre 500 riesce ad averle da suo padre, spiegandogli che ha trovato casa e consegna i soldi a Dario Solla, 39 anni di Carpenedo, questo il nome di quello che lei ritiene essere un agente immobiliare, il 14 agosto. Lui le racconta che, passata la settimana di Ferragosto si sentiranno per definire contratto e altri particolari. Ma Solla sparisce, qualche volta risponde al cellulare, la maggior parte delle volte no. Alla fine spiega a Maria Giovanna che il proprietario dell’appartamento di San Giacomo ha affittato ad altri, ma che lui avrà altre occasioni. Lei insiste: vuole la restituzione dei mille euro che gli ha consegnato, lui tergiversa ma non le dà un altro appuntamento. Lei lo cerca, ma scopre che a Mestre Solla non ha alcuna agenzia immobiliare, non solo. Su internet cliccando sul suo nome spunta un articolo de la Nuova del 26 novembre di tre anni fa : il titolo è «Falso intermediario truffava clienti. Denunciato dalla Polizia: dieci persone gli avrebbero pagato commissioni per affittare garage e appartamenti». La sua stessa storia patita da altri dieci che avevamo bisogno della casa.

Capisce che se non si muove quei mille euro lo li vedrà più e così chiede a un amica di telefonare al solito numero che è comparso via internet accanto all’offerta di una casa in Lista di Spagna. L’amica si presta, telefona e prende appuntamento con Solla per la mattina del 30 in Lista di Spagna. Maria Giovanna decide che li lascerà salire e visitare la casa, quindi si piazzerà davanti a lui quando usciranno per chiedergli i soldi. E così accade, solo che la mattina del 30, Maria Giovanna si presenta con il suo ragazzo, un bel ragazzo alto e robusto e con un giornalista de la Nuova e il fotografo. Solla soldi non ne ha con sè, porta la ragazza e il fidanzato al bancomat di una prima banca, poi di una seconda, insomma prende in giro la ragazza. A quel punto lei tira fuori la fotocopia dell’articolo del 2011 e gli rivela che sa ormai con chi ha a che fare. Gli spiega non soltanto che andrà al Commissariato di Polizia di Mestre, dagli stessi poliziotti che tre anni prima lo avevano indagato, ma che ci sono il fotografo e il giornalista del quotidiano pronti a scrivere di lui. Forse non se lo aspettava e, allora, consegna un suo documento d’identità come pegno e concede un appuntamento per lunedì mattina in Piazzale Roma, le restituirà il danaro. Lunedì, però si presenta con metà della cifra, 500 euro che consegna, altri arriveranno nei giorni seguenti. E, in effetti, due giorni dopo, consegna a Maria Giovanna e al fidanzato altri 200 euro e quattro giorni dopo altri 200. In tutto fa 900 euro, Maria Giovanna tira un sospiro di sollievo, ha recuperato quasi tutta la cifra e potrà riconsegnare a suo padre i 500 euro. Ma ha un sospetto, che quei 900 euro che Solla le ha restituito provengano da altri poveracci che come lei sono stati raggirati e, fidandosi, gli hanno consegnato soldi in anticipo. «È necessario che tutti sappiano con chi hanno a che fare» sostiene.

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