La saga della Ligabue cent’anni di storia da Venezia al mondo

Presentate le celebrazioni del centenario dell’azienda di catering e servizi navali Dal nonno che “inventò” il business, fino a Giancarlo e poi al nipote Inti



«Abbiamo una storia da raccontare, oggi centenaria, che credo sia bello e doveroso condividere con le nuove generazioni. Del resto ha dello straordinario pensare che cento anni fa, un ex cameriere dei vagoni ristorante, ex fante decorato, potesse dar vita a un’attività che mezzo secolo dopo sarebbe stata chiamata servizio di “catering”, inventando e anticipando una nuova fattispecie di contratto e di servizio e creando quella che è la più antica società di appalto e provveditoria navale in attività al mondo».Comincia così il racconto, affidato anche alle pagine del Magazine della sua fondazione, in un numero speciale intitolata appunto “Cento”, di Inti Ligabue, figlio di Giancarlo e nipote di Anacleto, di questa straordinaria saga familiare e imprenditoriale legata a Venezia e a un’impresa (la Ligabue appunto) che oggi festeggia un secolo di vita e che ha lavorato e lavora in giro per il mondo, tra i leader mondiali del catering e dell’approvigionamento navale. Ma restando sempre qui, con le sue solide radici veneziane. Ieri a Palazzo Erizzo, dimora di famiglia ricca degli straordinari pezzi della collezione raccolta nella sua vita di imprenditore illuminato ma anche di archeologo e paleontologo sul campo di Giancarlo Ligabue, sono state presentate che le manifestazioni che soprattutto in autunno celebreranno il centenario della Ligabue. Con Inti Ligabue, ora alla guida del gruppo che ha rilanciato,l’assessore Simone Venturini a nome del Comune, i giornalisti e studiosi Adriano Favaro e Alessandro Marzo Magno (quest’ultimo direttore del Magazine Ligabue), che collaboreranno al programma delle iniziative e il professor Alberto Clò, già ordinario di Economia Applicata all’Università di Bologna, dove ha “laureato” Inti Ligabue, oltre che in passato ministro dell’Industria e del Commercio con l’estero.

«Per rovinare un’impresa non serve una guerra, basta un’erede mi diceva mio padre da ragazzo, guardandomi», ha ricordato ieri scherzando Inti Ligabue. Ma non è successo e al contrario la Ligabue dopo tre generazioni imprenditoriali e ancora in piena salute e la sua storia verrà ricordata a Venezia dal 22 settembre, inizio dei festeggiamenti,in quella Scuola Grande della Misericordia, che fu anche il “tempio” del basket della Reyer, la squadra di basket di cui Giancarlo Ligabue fu anche presidente, in una grande mostra-installazione accompagnata da una serie di incontri. Il pioniere fu Anacleto, come ha ricordato anche ieri Inti Ligabue, da Villa Argine, un paesino della bassa emiliana, che nei primi anni del Novecento lavora nella Compagnia dei vagoni ristorante.

Durante la Prima Guerra Mondiale finisce al fronte, si offre volontario, viene ferito e finisce all’Ospedale di Venezia per la convalescenza. Da cameriere gli affidano la mensa ufficiali di Venezia, allora zona di guerra. Anacleto Ligabue crea allora un canale di approvvigionamento con l’Emilia per i generi alimentari, apre due negozi a Rialto e San Marco. L’ascesa è rapida: Ligabue nel 1924 ottiene l’incarico di rifornire le navi della Società Veneziana di Navigazione nel porto di Venezia e ha un’intuizione geniale che precorre i tempi e farà la fortuna dell’azienda: quella dell’appalto navale. Invece di vendere di volta in volta i prodotti, inizia a offrire assistenza a bordo per il vitto dei marinai, i servizi di cambusa e di cucina, inaugurando di fatto l’attività di catering. Già all’inizio degli anni Quaranta le navi appaltate alla Ligabue sono circa 130 compresa l’intera flotta Achille Lauro. Durante la seconda guerra mondiale i magazzini della Ligabue vengono saccheggiati e l’azienda commissariata.

Ma grazie anche al Piano Marshall sostenuto dagli americani del dopoguerra la Ligabue si espande e oltre alle navi, a fianco dell’Eni, negli anni Sessanta entra anche nel catering delle strutture industriali, primeggiando. Il patriarca Anacleto muore agli inizi degli anni Sessanta e Giancarlo, sui figlio, assume la presidenza del gruppo, che si espande ulteriormente anche nel settore del catering aereo e aroportuale. Con il “vizio” delle esplorazioni e dell’amore per le antiche culture. Trasmesso ora a Inti, presidente dal 2016. Un anno dopo l’addio di Giancarlo. —



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