La Sacaim diventa friulana Rizzani de Eccher la compra

Sacaim «salva», ma solo con un terzo dei suoi dipendenti. Sembra giunta al termine l’amministrazione straordinaria della più importante impresa veneziana del settore edilizio - ancora impegnata in cantieri come quelli delle Gallerie dell'Accademia o del rifacimento delle fondazioni del Campanile di San Marco - che dura da circa due anni, una misura cautelare chiesta dall'azienda per bloccare le possibili azioni di rivalsa delle imprese creditrici nei suoi confronti, avendo debiti accertati per oltre 580 milioni di euro, a fronte di commesse per 650 milioni di euro in 150 cantieri. Il «salvatore» è il gruppo friuliano Rizzani de Eccher, con un fatturato di circa 600 milioni di euro, per l’80 per cento prodotto all’estero e che fu tra l’altro avversario di Sacaim, con un’altra cordata, nella commessa per la ricostruzione del Teatro La Fenice. Rizzani de Eccher è l’unica impresa ad aver presentato una proposta di concordato per rilevare l'azienda presso il Ministero dello Sviluppo Economico al commissario straordinario che sta governando la Sacaim in questo periodo. Con una drastica cura dimagrante per ciò che riguarda però il personale della Sacaim, composto di oltre 360 dipendenti. L'impresa friulana infatti si è impegnata con l'offerta presentata al commissario ad assumere 120 dipendenti - solo un terzo, quindi, degli attuali - di cui 23 dirigenti e impiegati di sede e 97 impiegati e operai di cantiere. Altri 25 dipendenti saranno assunti entro un anno dalla stipula del contratto di cessione. La Rizzani de Eccher si impegna a pagare entro un anno i circa 9 milioni di euro di debiti sorti dopo l'entrata della Sacaim in amministrazione controllata, a pagare altri 24 milioni di euro circa di debiti pregressi privilegiati. Entro due anni, infine, saranno saldati altri 132 milioni di euro circa di debiti ordinari. Uno sforzo economico notevole, che consentirà di salvare un'azienda veneziana che ha comunque proseguito la sua attività, mettendo a frutto anche l'esperienza e le professionalità acquisite sotto la gestione della Sacaim da parte della famiglia Alessandri. Una delle ragioni che avevano determinato la crisi dell'impresa è il ritardato pagamento delle commesse e dei lavori svolti - conseguente alla crisi economica - e il conseguente aumento dell'indebitamento bancario, fino a un punto evidentemente non più gestibile. Una situazione sempre più diffusa nell'universo delle piccole e medie imprese veneziane, conseguenza anche ritardi ormai pluriennali dei pagamenti anche della pubblica amministrazione. (e.t.)
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