La fabbrica di fatture false: tutti i nomi degli indagati

Le carte dell’inchiesta incentrata sullo studio del commercialista Negro. Molti i veneti nel vortice di società tra digitale, costruzione e pompe funebri
Un fermo immagine tratto da un video della guardia di Finanza mostra una slide della maxi frode, con un giro di fatture per operazioni inesistenti per 930 milioni di euro, scoperta dalla Guardia di Finanza di Vicenza e che ha portato all'emissione di 29 provvedimenti cautelari - 18 in carcere e 11 ai domiciliari - e a indagare a piede libero altre 218 persone, tutte italiane tranne un serbo residente da tempo a Vicenza. ANSA/GUARDIA DI FINANZA - EDITORIAL USE ONLY
Un fermo immagine tratto da un video della guardia di Finanza mostra una slide della maxi frode, con un giro di fatture per operazioni inesistenti per 930 milioni di euro, scoperta dalla Guardia di Finanza di Vicenza e che ha portato all'emissione di 29 provvedimenti cautelari - 18 in carcere e 11 ai domiciliari - e a indagare a piede libero altre 218 persone, tutte italiane tranne un serbo residente da tempo a Vicenza. ANSA/GUARDIA DI FINANZA - EDITORIAL USE ONLY

MESTRE. Un vortice di società nel mondo delle pompe funebri, del digitale, delle costruzioni, che sarebbero state create solo con lo scopo di emettere false fatture, per permettere così ad altre società di detrarre spese mai sostenute e di farsi restituire dall’Erario Iva mai pagata: un giro d’affari fittizio per oltre 11 milioni di euro.

Prendono corpo le identità degli indagati che - secondo l’accusa mossa dal pubblico ministero Stefano Buccini, sulla base delle indagini della Guardia di finanza - avrebbero aderito alla rete di evasione che vede coinvolti i commercialisti mestrini Igino e Daniele Negro (padre e figlio, il primo tutt’ora nel Cda di Avm e nel collegio sindacale del Casinò di Venezia, in attesa che il Comune di Venezia decida se sospenderlo o meno dall’incarico). Società fittizie nelle quali si ritrovano insieme prestanome e gli stessi imprenditori e professionisti che poi hanno messo in detrazione quelle spese - per la Procura - mai sostenute.

Così tra gli indagati c’è Paolo Lucarda, 57 anni, conosciuto imprenditore di pompe funebri e consigliere comunale fucsia a Mira: con Melissa Gerardi si è passato il testimone di rappresentante legale della Melissa Srl con sede a Caorle, emettendo fatture inesistenti - secondo la ricostruzione dei finanzieri- a favore della Imprese Funebri Cav-Lucarda e Iof Dell’Angelo, delle quali era rappresentante legale e Massimo Fernandez di Marghera amministratore di fatto. «Aspetto sereno che i magistrati facciano il loro percorso», commenta Lucarda.

A godere delle false fatture anche la All Services & Business con sede a Roma, della quale lo stesso Igino Negro è indicato come amministratore di fatto e Antonio Di Giuseppe 77 anni di Altino rappresentante legale, con Massimo Fernandez e Antonio Cristofanetti 60 anni di Chieti quali consulenti per l’invio telematico del modello F24.

Il nome di Fernandez ritorna spesso nell’indagine: risulta (a vario titolo) attivissimo amministratore di fatto e rappresentante legale della Elboro Srl; della Nevi’s Srl con sede in piazza 27 ottobre a Mestre, insieme a Luca Foffano 54 anni di Spinea; e della Servizi Commerciali & contabili Srl di Corso del Popolo, insieme a Tullio Fingo di Pescara: delle loro false fatture avrebbe goduto anche la “Innovo” di Daniele Negro, con sede a Scorzé, a favore della quale avrebbe emesso fatture per prestazioni inesistenti anche il padre Igino, che - da parte sua - si è già detto innocente e vittima di un equivoco.

Le pompe funebri si ritrovano spesso in questa indagine. Tra gli indagati anche Maurizio Graziani di Avezzano legale rappresentante della Iof Al Molino di Mira; Roberto Gerardi di Meduna di Livenza che con Forma Tre Srl avrebbe emesso fatture a favore della sua stessa Costruzioni Edili Domus, con sede in Corso del Popolo. E poi Melissa Gerardi, 28 anni, nata a Motta e residente a Meduna.

E, ancora, Maurizio Brugnaro originario di NOale e residente a Zero Branco che con la Labat Srl avrebbe favorito i conti della Labat International Srl: tutte con sede in Corso del Popolo 50/10 . Indagati, infine, Giuseppe Sartori 59 anni di Motta di Livenza (Edile Gsi, Caorle) Aniceto Del Pizzo di Montesilvano (Years Srl di Caorle) e Edmond Bako (Sandro Progetti di Pellezzano) residente a Forlì.
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia