La Energy di Cologna e la frode da 433 milioni

monselice

Associazione per delinquere e frode fiscale nella commercializzazione di carburante. Questi i reati contestati due mesi fa a Rino e Andrea Bellan, 66 e 39 ani di Monselice, che a luglio sono finiti agli arresti domiciliari dopo un’indagine coordinata dal pubblico ministero Marco Peraro su ordine del Gip Margherita Brunello.

L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza, nucleo di Polizia Economico Finanziaria guidata dal tenente colonnello Vittorio Palmese.

L’operazione era stata chiamata Pizza Fuel (in “onore” di Napoli). In pratica il carburante veniva acquistato in Slovenia e venduto in Italia a un prezzo molto concorrenziale. Il perché è presto detto: non veniva pagata l’Iva (22 per cento) ma solo l’accisa. Si tratta di una frode da 433 milioni di euro, quantificata grazie a sei mesi, che ha scoperto anche 95 milioni di Iva evasa che andava avanti da almeno due anni.

I Bellan erano agli ordini di due “menti” napoletane con i quali si sentivano spesso al telefono. “O titolare” come veniva chiamato si è scoperto fosse Roberto Coppola, 55 anni di Napol e “o ragioniere”, ovvero Antonio Villani, 37 anni di Pomigliano d’Arco (Napoli). Tutto ruotava attorno alla Energy Group di Cologna Veneta (Verona) della quale sono soci i due Bellan e dove non avevano nessun ruolo i napoletani poi arrestato.

Importanti i numeri dietro all’inchiesta, numeri che fanno capire come queste organizzazioni si servano di molte persone, alcune magari all’oscuro del disegno, e tirate in ballo come prestanomi: quattro le ordinanze di custodia cautelare (i Bellan e i due campani), e 16 indagati tra i quali, appunto, alcuni prestanome. Tredici le società coinvolte, 20 le perquisizioni eseguite, 410 milioni di litri di carburante immesso nel mercato evadendo l’Iva. Più di 100 clienti, tra depositi commerciali e pompe di benzina, soprattutto in Veneto, Lazio e Campania. —

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