La dolorosa, solitaria arte di Ferruccio Bortoluzzi

Due mostre rendono omaggio al suo pensiero e alla sua opera di grande capacità evocativa

Le combustioni e le consunzioni di Ferruccio Bortoluzzi, sono protagoniste dell’omaggio allo storico artista veneziano scomparso cinque anni fa, che si è inaugurato ieri con una doppia mostra antologica all'Artlife Gallery di calle dei Miracoli e nel vicino Ca' Asi Architecture Studio di Campiello Santa Maria Nova. Esposte in particolare le tecniche miste degli anni Quaranta e Cinquanta e le Carte Bruciate anni Settanta negli spazi di Santa Maria Nova, mentre nello spazio Artlife saranno esposti i Legni e i Ferri dal Sessanta agli inizi degli anni Ottanta, insieme ai suoi libri sperimentali e a una cartella di grafiche edite da Fallani. Proiettato in mostra – aperta fino al 10 aprile – anche il video «Un incontro» realizzato da Giorgio Sticchi e che ha per protagonista l’artista.

Dedicatosi inizialmente alla pittura – come ricorda anche Giovanni Bianchi in uno dei saggi che fanno parte del catalogo della mostra – dopo un periodo di profonda meditazione e di solitaria ricerca, alla fine degli anni Cinquanta Ferruccio Bortoluzzi decide di abbandonarla e incomincia a realizzare lavori plastici con ferro e con legno, avvicinabili all'ambito dell'informale materico. Questa ricerca, sviluppata in modo totalmente autonomo, lo isola nell’ambiente artistico veneziano poco incline a considerare questo linguaggio espressivo. I lavori che l’artista sperimenta sono composizioni realizzate con materiali recuperati direttamente dalla realtà: tavole di legno consunto, ferri arrugginiti e contorti, chiodi, corde, catene, anelli. Materiali abbandonati, rifiutati, dimenticati, consumati, veri e propri relitti.

Nei legni mangiati dalla salsedine del mare, nelle tavole tarlate e scheggiate che esibiscono le venature, nei ferri corrosi dalla ruggine, nelle corde sfilacciate l’artista ravvisa una profonda drammaticità, una metafora della tragicità della vita quotidiana. Queste opere sono manifestazione di una grande forza espressiva che commuove per la sua umanità, il coraggio e la capacità evocativa.

Nel percorso artistico di Bortoluzzi segnano una tappa fondamentale le “carte bruciate” che l’artista inizia a comporre a partire dagli anni Settanta. Queste sono originali collage realizzati con carte consumate dal fuoco. Questi lavori permettono una nuova e singolare lettura della “materia” carta che, dopo la combustione, acquista suggestivi e tragici toni bruni, che esaltano la sua fragilità.

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