La crisi aguzza l’ingegno Raimondo, cuoco e artista

MESTRE. Ci sono casi (rari) in cui la crisi fa bene. Accade, ad esempio, quando l'incertezza di ogni giorno ci spinge a metterci alla prova, a sperimentare nuove idee. Ed è proprio lì che inizia il bello.
Raimondo Ruggieri, 49 anni, trevigiano, lavorava in una tipografia con altri due soci. Dal lunedì al venerdì, dalle nove alle diciannove: sbarcavano il lunario tra ordini, grafiche da impostare e copie da rilegare. I guadagni non erano da fame, ma nemmeno ci si arricchiva. «Così non potevo andare avanti, mi sentivo spento» spiega.
Lasciò la tipografia 15 anni fa, quando licenziarsi per cambiare vita era indubbiamente più semplice. Oggi però, anche grazie alla crisi che lo obbliga a lavori part-time e a impieghi precari, può continuare a inseguire il suo sogno che è quello di fare il designer di luce, realizzando lampade per ogni ambiente. Il lighting designer è una vera professione, ci si arriva dopo un master universitario e un percorso affine all'architettura o al disegno industriale. Ruggieri, invece, c'è arrivato totalmente per caso. E per istinto. «Iniziai a lavorare come cameriere in un vivace ristorante in centro a Treviso, la Piola», racconta. «Mi piaceva perché ospitava eventi culturali come mostre ed esposizioni».
Una sera, giovani artisti e studenti furono invitati a presentare le loro lampade di design. Ruggieri, che non vantava né studi artistici né più di tanta dimestichezza nella lavorazione di legni e metalli, decise di provare. «Presentai una semplice lampada da muro realizzata mediante canne di bambù (il titolo, ironico, è appunto “Una canna tira l'altra”). Incontrai un architetto, molto conosciuto tra i titolari dei locali del Veneto, che disse che apprezzava molto il mio lavoro e che vi intravedeva della genialità. Così iniziammo a collaborare, lui arredava gli spazi, io pensavo alle luci».
Per un po' funzionò alla grande. Sono una ventina i locali veneti “illuminati” da Ruggieri. Tra questi, il Q bar di Padova, il Terrazza Mare a Jesolo, il Bar Borsa a Treviso e l'Area City di Mestre. Dopo una parentesi a Modica, in Sicilia, dove si trasferì per provare a mettere in piedi un'azienda agricola, tornò al suo Veneto e oggi lo si può trovare a Mestre, all'Officina del Gusto, in via Sarpi, locale appena inaugurato dal presidente del Movimento Consumatori, Lorenzo Miozzi. «Qui faccio quello che ho sempre fatto, il banconiere, l'aiuto-cuoco», sorride indicando le lampade che illuminano il bancone e i tavoli, fatte con lacci delle scarpe e trucioli d'acciaio, materiali di riciclo come quelli che compongono il resto del mobilio. «Qui ho l'opportunità di lavorare in cucina di giorno e di continuare a dedicarmi alla mia passione la sera».
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