La bretella che fa già litigare Rinviata la soluzione a cappio

Cambio di tracciato e di costi, sembra sparita anche la fermata per il nuovo stadio E intanto il Ministero per le infrastrutture prepara la nomina di un commissario 



La progettazione definitiva e l’avvio dell’iter autorizzativo da Rfi, dicono da Roma, è messo in agenda per la fine del 2019. Tanti gli interrogativi sul tracciato della bretella ferroviaria per l’aeroporto Marco Polo di Tessera dopo lo spacchettamento in due del progetto, con il rinvio della soluzione del cappio. La suddivisione in due fasi del progetto da 425 milioni per portare il treno all’aeroporto Marco Polo è stata decisa da Ministero Infrastrutture e trasporti e Rfi, braccio operativo di Ferrovie.

La reazione della Save, società di gestione dell’aeroporto, che da anni lavora al progetto con Rfi e Enac e chiede di mantenere il vecchio tracciato, conferma la criticità del momento. Anche perché il progetto di cui finora si è parlato a Venezia prevedeva altro.

La nuova linea ferroviaria si distaccherà dalla Venezia-Trieste all’altezza di Dese e, deviando all’altezza della bretella aeroportuale della tangenziale di Mestre si avvicinerà al Marco Polo, costeggiando in parallelo la strada con un percorso prima in trincea e poi in sotterranea. Una deviazione di 3,5 chilometri.

Il tracciato a cappio, tanto caro ad Enrico Marchi, prevede un solo binario di ingresso e di uscita che, nella stazione interrata, sarà costituito da uno scambio ad anello che consente al treno di tornare indietro usando lo stesso binario. Il Marco Polo diventava, quindi, stazione passante. Il progetto, nell’idea del Comune, doveva avere una fermata intermedia all’altezza dei terreni dove il Venezia Fc di Joe Tacopina intende realizzare il nuovo stadio (18 mila spettatori con possibilità di arrivare a 25 mila) con albergo e negozi.

Il comunicato del Ministero delle infrastrutture e trasporti indica soluzioni differenti. Non parla dei problemi di Dese e della fermata stadio, per dire. L’opera è finanziata per un ammontare di 425 milioni che rientrano nel nuovo contratto di programma 2017-2021 siglato da Ministero e Rfi. E viene annunciata una accelerazione con un commissario, previsto dallo “sblocca cantieri”, come per il Mose. Le osservazioni del Parlamento, spiega la nota del Mit, e costi supplementari in approfondimenti tecnici (valore 67 milioni di euro che vanno finanziati extra contratto) hanno suggerito alcune modifiche, non di piccolo valore.

Dividere il progetto in «due fasi funzionali», la prima con un «doppio binario» e la predisposizione, «per la futura chiusura a cappio che verrà realizzato nella seconda fase». Per il Ministero «il progetto resta invariato e i lavori possono partire il prima possibile».

Ma realizzare un doppio binario, significa fare della fermata del treno in aeroporto una stazione di testa. Ci vorrà qualche minuto in più di attesa per vedere partire i convogli. Per Rfi nazionale il doppio binario non pregiudica la realizzazione del cappio, idea su cui Marchi non intende recedere, come ha ribadito al nostro giornale. Ma il rinvio conferma che quella ipotesi per il governo non è fondamentale per un’opera che deve essere pronta per le olimpiadi a Cortina del 2026. E i costi? Anche quelli sono cambiati. Finora si è sempre detto che erano dispoinibili 513 milioni di euro sui 680 milioni previsti. Oggi si parla di 425 milioni , che diventano 492 milioni con gli extra costi, da finanziare. —



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