Iuav, un giardino o un’aula per Valeria

E Ca’ Foscari organizzerà dall’anno prossimo un workshop assieme all’Università di Trento e alla Sorbona di Parigi

VENEZIA. Un giardino per Valeria, o un’aula a suo nome; e ancora un workshop sui temi che tanto l’appassionavano, come l’occupazione femminile. Il mondo universitario vuole ricordare così la giovane ricercatrice veneziana uccisa al Bataclan di Parigi lo scorso 13 novembre e assurta a simbolo di una generazione “aperta, solidale e cosmopolita”, come la definisce L’Espresso che dedica alla ragazza la copertina del numero in edicola.

La certezza che la giovane non sarà dimenticata, che tanta emozione non andrà persa e che il suo impegno nella vita proseguirà anche dopo la sua morte, si carica di molteplici iniziative. Come il workshop che Ca’ Foscari sta organizzando insieme all’Università di Trento, dove Valeria si era laureata, e la Sorbona di Parigi, dove seguiva il dottorato all’Istituto di demografia con specializzazione sui temi legati alla famiglia.

«Faremo una cosa insieme sui temi delle ricerche della Solesin», spiega il rettore Michele Bugliesi. «Un workshop a suo nome in cooperazione con le altre due Università la cui prima edizione sarà l’anno prossimo».

Il nome di Valeria echeggerà così nelle aule e nei corridoi, così come sul ponte che porta al Polo Universitario di San Giobbe, ma anche nella raccolta di fondi per Emergency degli studenti del Benedetti, sulle magliette del Venezia Calcio, in una miridade di piccole e grandi iniziative spontanee o coordinate, e ancora laggiù, in Afghanistan, dove l’associazione di Gino Strada ha deciso che un nuovo Centro di maternità porterà il suo nome.

E intanto a Valeria lo Iuav dedicherà forse un giardino, quello di Palazzo Badoder, sede dei dottorati, o un’aula. «Stiamo cercando lo spazio più idoneo, visibile e adeguato», spiega il rettore Alberto Ferlenga. «Dedicarle un’aula è sicuramente un atto di affetto ma purtroppo con il passare del tempo le targhe si dimenticano; per questo vorremmo prendere spunto anche da ciò che è accaduto in Piazza San Marco, dove Venezia è risaltata al suo massimo come luogo d’incontro, per far sì che l’Università si occupi anche degli aspetti sociali del mondo».

Nel frattempo la prima borsa di studio è stata istituita dalla Arciconfraternita di San Cristoforo e della Misericordia mentre, nei giorni scorsi, l'Aula della Camera si è alzata in una standing ovation su richiesta del premier Matteo Renzi.

«Vorrei che tutte e tutti insieme tributassimo un affettuoso omaggio a Valeria Solesin e alla sua famiglia, che ci ha dato una straordinaria lezione nelle ore immediatamente successive», aveva detto il presidente del Consiglio. «Il fatto che tutto il Parlamento, tutto insieme, possa ringraziare quella famiglia e ricordare questa nostra concittadina è, io credo, un valore condiviso del nostro Paese».

Valeria ormai figlia e sorella di tutti, «persona dell’anno» secondo L’Espresso che, nel servizio di Fabrizio Gatti, racconta la fatica, i sacrifici e l’entusiasmo dei suoi 28 anni prima che la follia jihadista non la uccidesse nella pista da ballo del locale parigino.

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