«Io non avrei mai rubato da Mastelloni»
Parla Vincenzo Pipino, re dei ladri veneziani e scrittore

Il re dei ladri veneziani Vincenzo Pipino
Quando si tratta di furti di oggetti d'arte, sia commessi in case private sia in chiese o musei, il punto di riferimento a Venezia è Vincenzo Pipino, una carriera «criminale» costruitagrazie alle arrampicate e alle fughe sui tetti, come racconta nel suo libro - pubblicato lo scorso anno - dal titolo «Rubare ai ricchi non è peccato». E sul furto in casa del procuratore aggiunto Carlo Mastelloni ha qualcosa da dire. «Noi non l'avremmo mai fatto - attacca l'ex ladro che in galera ha passato più di venti anni - vi sfido a spulciare tra i colpi che mi sono state attribuiti se c'è un magistrato, tra l'altro come in questo caso abbastanza equo come Mastelloni, o un medico tra le vittime». «Più di dieci anni fa - racconta - io e il mio compare Gino siamo entrati in una bella casa sul Canal grande, non conoscevamo il proprietario ma avevamo avuto la dritta: c'era un cospicuo bottino. Girando per il grande appartamento ci siamo accorti che era quello di un generale dei carabinieri e abbiamo lasciato perdere». «Te ne racconto un'altra - prosegue - in campo Santi Giovanni e Paolo, molti anni fa, abitava un famoso chirurgo, Spanio, in casa sua c'era il ben di Dio, ma io mi sono sempre rifiutato di derubarlo, nonostante le insistenze alle quali era stato sottoposto». Per Pipino non è difficile capire chi ha messo a segno il colpo: «Bisogna rispondere ad alcune domande prima: come sono state forzate la porta sulla strada e quella dell'appartamento? Gli hanno dato un calcio o hanno forzato la serratura? Da come operano si possono capire molte cose, se sono stranieri o veneziani». Poi chiede se c'era personale di servizio, magari non di nazionalità italiana. E ancora: come hanno lasciato l'appartamento e la porta forzata? «Noi ad esempio - precisa - non facevamo mai alcun danno, neppure quello della serratura perchè entravamo in modi diversi, e poi lasciavamo tutto come stava, addirittura chiudendo la porta d'ingresso». L'ex ladro passato alla letteratura non dà per scontato che si tratti di una banda di stranieri, perchè ultimamente a Venezia esiste «una banda de sbarbai locali - afferma - che sfondano le porte e poi svaligiano le case». Naturalmente, è importante sapere anche se hanno scelto il giorno o la notte per mettere a segno il «colpo».
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