Investiti negli Usa soldi evasi nei guai un primario mestrino

Divieto di espatrio per Tito Sala (otorinolaringoiatra a Piove di Sacco) accusato, insieme al chioggiotto Alberto Bullo (arresti domiciliari) e ad altri sei, di aver riciclato almeno due milioni di euro “sporchi”
Di Francesco Furlan

Investivano negli Usa i soldi provenienti dai reati di usura, estorsione ed evasione fiscale. Un fiume di danaro “sporco” di 2.109.695 euro (la somma finora accertata che, in realtà, si ipotizza ben più consistente), finito oltreoceano, nella soleggiata Miami, in Florida, per acquistare immobili lontano dagli occhi indiscreti del fisco italiano.

Indagine internazionale. Nei guai sono finiti gli otto componenti dell’organizzazione destinatari di una serie di misure cautelari, dall’arresto al divieto di espatrio. Pesantissime le accuse: concorso in associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio continuato e al reinvestimento con l’aggravante della transnazionalità, in quanto i flussi di danaro trasferiti nello Stato americano provenivano da attività illecite.

Tra i principali protagonisti di questa brutta storia, un noto gioielliere di Arzergrande (Pd) ritenuto il boss del gruppo criminale, Ivone Sartori, e il primario di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Piove di Sacco, Tito Sala di Mestre.

Indagati. Decine gli indagati clienti del sodalizio, liberi professionisti, commercianti e imprenditori, accusati di infedeli dichiarazioni dei redditi, svegliati di soprassalto all’alba di ieri da decine di militari delle Fiamme gialle che hanno eseguito raffiche di perquisizioni e sequestri tra Veneto, Piemonte e altre regioni italiane. Tra loro, l’avvocato Valentino Menon, 56 anni, la cui abitazione a Codevigo (Pd) è stata setacciata alla ricerca di documentazione: anche lui risulta iscritto nel registro degli indagati per infedele dichiarazione dei redditi.

L’ordinanza è stata firmata dal gip padovano, Cristina Cavaggion, su richiesta del pubblico ministero, Benedetto Roberti, che coordina l’inchiesta resa possibile dalla cooperazione internazionale fra forze dell’ordine con il determinante supporto degli organi di polizia giudiziaria statunitense. Ma a tenere le fila della complessa matassa di intrighi e traffici internazionali è la Tenenza della Guardia di Finanza di Piove che ha gestito perquisizioni e sequestri, supportata dai colleghi del Comando provinciale di Padova delle Fiamme Gialle.

Le misure cautelari. Articolato il provvedimento previsto per gli otto principali indagati. In carcere è finita la contabile del gruppo, mente pensante dell’organizzazione in quanto profonda conoscitrice di norme ed escamotage fiscali: si chiama Elisabetta Mirti, è una quarantenne ragioniera che vive a Torino in via Stefano Clemente, da ieri in carcere nel capoluogo piemontese. Con lei avrebbe dovuto essere arrestato il boss Ivone Sartori, 50 anni, titolare di una nota gioielleria ad Arzergrande e residente nel paese in via Montagnon 20. Tuttavia gli inquirenti non sono riusciti a trovarlo. I familiari avrebbero raccontato che si trova negli Stati Uniti: al momento risulta latitante. Arresti domiciliari, invece, per Alberto Bullo, 41 anni di Chioggia in via Rione Sant’Andrea 521, e Tommi Burato, 36 di Codevigo in via Botti 7. Ai restanti quattro è stato applicato il divieto di espatrio, con il ritiro del passaporto e di qualsiasi altro documento valido per andare all’estero: il primario Tito Sala, 62 anni, nato a Padova dove si è laureato, con residenza a Mestre in via Garibaldi 46; Nicole Sartori, 21 anni residente a Cassola in via Verona 38 nel Vicentino, figlia di Ivone Sartori, ora alla guida dell’oreficeria di famiglia; Monica Donà, 52 di Arzergrande in via Comunanze 9, e Walter Favaro, 43 di Padova in via Vergerio 19. Non potranno uscire dal territorio nazionale se non in seguito all’autorizzazione del giudice.

Le contestazioni. Sartori, Mirto, Bullo, Favaro e il primario Sala sono indicati come promotori, capi e organizzatori dell’associazione criminale tanto da dirigere e controllare l’attività “materiale” svolta dai principali collaboratori: la figlia di Sartori, Donà e Burato (i tre, non a caso, sono chiamati a rispondere della “partecipazione” all’associazione a delinquere). Nella misura si contesta agli 8 indagati di aver raccolto denaro proveniente da attività illecite. Denaro consegnato da 13 persone per investimenti immobiliari a Miami: si tratta di somme diverse, 25 mila euro, 305 mila euro, 534 euro, 428 mila e 133 euro (oppure cifre non ancora quantificate, come per l’avvocato Menon).

L’inizio. L’indagine nasce dalla “costola” di un’altra inchiesta, quella avviata nei confronti del pasticcere di Piove, Cesare Augusto Destro, arrestato il 16 gennaio 2013 per usura ed estorsione in seguito alla denuncia di un imprenditore di Limena. Imprenditore che era stato costretto a restituire a Destro 500 mila euro, nell’arco di quattro anni, a fronte di un prestito di 50 mila. Durante la perquisizione nell’abitazione del pasticcere vennero sequestrati documenti contabili relativi agli affitti di 12 appartamenti, situati a Miami Beach, riscossi nel marzo e nel settembre 2012; atti riguardanti depositi, contabilità, spese all’Ikea o per pulizie e rifiuti con riferimento sempre a quelle unità immobiliari; e un prospetto destinato a catalogare entrate e uscite in dollari presso la filiale di HSBC bank, attiva a Miami Beach al civico 1200 di Pennsylvania avenue. Nello stesso foglio era indicato un “versamento al chioggiotto” di 15 mila dollari in data 26 settembre 2012. Eppure nei conti correnti di Destro e della moglie non risultavano operazioni o investimenti esteri.

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