In vendita cinque ville venete per finanziare sanità e scuola

Altro che il mattone bene rifugio. Ansioso di disfarsi degli stabili giudicati inutili e onerosi, Luca Zaia mette all’asta gran parte del patrimonio immobiliare della Regione inclusa la sede ufficiale della Giunta, il cinquecentesco Palazzo Balbi, tre piani con mezzanino affacciati sul Canal Grande valutati 26 milioni e 400 mila euro.

L’obiettivo dichiarato? Rastrellare risorse utili a finanziare investimenti in più direzioni, leggi salute, servizi sociali, scuola, ambiente, protezione civile. «Il 2019 si è chiuso con alienazioni per 6.113.000 euro, dal 2010 ad oggi abbiamo superato la somma di 38 milioni», ricapitola il governatore leghista, che nell’anno alle spalle ha concluso positivamente sei avvisi pubblici per altrettanti immobili nel centro storico del capoluogo lagunare: l’Hotel Bella Venezia (5, 70 milioni), gli ex uffici in Calle del Pistor (342. 500 mila) e 4 lotti del complesso in Calle Buccari; a questi va aggiunta un casa cantoniera dismessa a Verona che ha fruttato 51 mila euro.

Le prossime cessioni? «È già attiva la procedura per la vendita di 67 edifici per un valore complessivo di quasi nuovi 100 milioni, nel solo nel centro storico di Venezia se ne contano sei tra i quali Palazzo Balbi. Altri sono sparsi su tutto il territorio, tra i quali cinque ville venete». Ovvero la padovana Nani Loredan a Sant’Urbano (prezzo base 1,01 milioni), Villa Rietti Rota a Motta di Livenza (4,147 milioni), Villa Venier a Mira (3,5 mln), le vicentine Villa Del Verme (550 mila) ad Agugliaro e Capra Barbaran a Camisano (1,4 mln). «Nelle operazioni», fa sapere Zaia «abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione del Consiglio nazionale del notariato, che consentirà l’espletamento delle procedure d’asta telematica con la pubblicazione su appositi portali dedicati. La convenzione ci assicura un contributo tecnologico di alta qualità, uniformità delle procedure, trasparenza e, non meno importante, una riduzione dei costi». Ma era davvero il caso di mettere all’incanto il Balbi, un tesoro monumentale di storia e cultura? «Il processo di razionalizzazione del patrimonio non mira solo a fare cassa», è la replica «risponde anche al programma di concentrazione e accorpamento dei nostri uffici, come già sta avvenendo nel palazzo Grandi Stazioni in prossimità di Santa Lucia, che è di nostra proprietà. Questa strategia ci ha già fatto registrare notevoli risparmi in termini di affitti, quasi un milione dal 2014. I canoni di locazione attivi sono già stati ridotti da 28 a 16, proseguendo su questa linea».

Tant’è. Spulciando qua e là le schede dei beni posti sul mercato, spuntano complessi immobiliare di ogni tipo. Dal fatidico ex Hotel San Marco a Tambre al blocco di uffici direzionali a Bruxelles; e poi terreni, una miriade di case cantoniere, cantine, consorzi e fabbriche abbandonate. Non bastasse, la Regione ha autorizzato l’Usl 3 Serenissima ad alienare 32 proprietà, per un valore complessivo di 13,4 milioni. La prima tranche comprende 22 appartamenti situati nel centro di Venezia «liberi da contratti di locazione, vincoli o servitù», tutti di valore superiore a 150 mila euro. Signori, il catalogo è questo. —

Filippo Tosatto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia