In manette l’aggressore ultrà È accusato di tentato omicidio

È stato arrestato mentre intorno alle 22 di domenica si stava recando dalla fidanzata dopo essere stato a casa dei genitori a Mogliano. Traquillo pensava di averla fatta franca dopo la rissa tra ultras del calcio Venezia, avvenuta in mattinata a piazzale Roma. Invece i carabinieri lo stavano cercando per arrestarlo con l’accusa di tentato omicidio. Infatti con un oggetto in ferro, forse un martello, Matteo Zangrando, 28 anni, aveva spaccato la testa ad Andrea Miglioranzi, 23 anni e ferito il fratello di quest’ultimo Marco di 21. Il 23enne che ha rischiato di morire ora è ricoverato all’ospedale dell’Angelo ma è fuori pericolo.
Zangrando è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine per la sua appartenenza agli ultras del Venezia calcio sulla sponda della sinistra con i “Gate 22”. Ma soprattutto polizia e carabinieri lo conoscono perché già protagonista di risse allo stadio e nei palazzetti dello sport tanto da meritarsi un Daspo seguito a degli scontri tra tifosi al termine di una partita dell’Umana Basket, al palazzetto Taliercio. Anche i due feriti sono però conosciuti da chi conosce il mondo degli ultras. Appartengono sempre al mondo dei supporter veneziani però sulla sponda della destra estrema. E in un contesto di “confronto” ideologico che si inserisce la rissa finita con i due feriti e l’arresto.
Da tempo i due gruppi si odiano. E spesso sono venuti all mani in particolare in centro storico. Alcuni anni fa la polizia ha sequestrato diverse spranghe e altro materiale “contundente” trovato nella zona di Sant’Elena dove in precedenza c’erano stati diversi scontri. Mai la situazione era degenerata come domenica mattina. Diverse volte i due gruppi erano venuti alle mani ma nessuno mai si era presentato all’ospedale per farsi curare.
Sono passate da poco le 11 di domenica mattina e in Piazzale Roma, un incontro fortuito tra opposte fazioni degli ultras trasforma un angolo dell’accesso stradale al centro storico in un campo di battaglia. Da una parte quattro appartenenti al gruppo del “Vecchio Ultrà”, dall’altra una decina di giovani del “Gate 22”. Da anni, praticamente da quando il Venezia Calcio e il Mestre si sono fuse le due tifoserie si odiano. In base a quanto hanno ricostruito i carabinieri che si stanno occupando del caso si è trattato di uno scontro legato soprattutto a vecchi rancori tra le due fazioni che poco avrebbero avuto a che vedere con lo sport o la politica. A parlare di un atto di puro teppismo è stato, ieri, il tenente colonnello Giovanni Occhioni, comandante del Reparto Operativo dei carabinieri. «Il calcio e la politica - ha detto - contano ben poco. Hanno bisogno di sfogare determinati istinti e lo fanno». Non c’è scappato il morto, ma è mancato poco, il ragazzo ferito ha subìto un delicato intervento chirurgico alla testa per lo sfondamento della scatola cranica e si trova in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgica». Suo fratello invece se l’è cavata con una decina di giorni. Tra le ragioni dei dissidi, tra l’altro, anche la percentuale dei colori richiamanti le due vecchie società - arancio per il Mestre e neroverde per i lagunari - presente sulle magliette dei giocatori. Appena scoppiata la rissa un carabiniere è intervenuto e dopo un inseguimento, nei pressi del carcere, è riuscito a bloccare il gruppetto del “Gate 22”. Tra i coinvolti nello scontro, molti sono conosciuti dalle forze dell'ordine, qualcuno anche con un Daspo alle spalle, come lo stesso Zangrando. Al momento, non è ancora chiaro quale oggetto ha usato per colpire i due fratelli: forse una spranga o un martello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
GUARDA
E COMMENTA
www.nuovavenezia.it
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia