Il villaggio Ermione in festa

Prima ancora che si parlasse di controllo di vicinato, a San Donà esisteva un’isola felice. Si chiama villaggio Ermione, in via Ortisei. È l’unica strada in cui i cittadini hanno potuto bloccare entrata e uscita con una sbarra controllata elettronicamente o mediante una chiave apposita. Hanno potuto farlo perché anticamente questa era una strada privata e tale è rimasta. Il risultato è che qui i furti sono praticamente inesistenti, salvo qualche tentativo. Non solo il controllo assicurato dalla sbarre, ma anche l’estrema attenzione dei residenti, pronti a segnalare ogni anomalia o persona sospetta. Certo, non tutte le strade potrebbero essere come via Ortisei, ma l’insegnamento è oltremodo prezioso.
Nei giorni scorsi, proprio per cementare l’amicizia e solidarietà tra i residenti, è stata organizzata una grande festa cui ha partecipato anche il sindaco con il consigliere Silvia Lasfanti. Tra gli organizzatori, un ex vigile e trasmettitore dell’esercito, Lorenzo Mazzonetto detto “il tenente” che ha predisposto come sempre l’appassionato alzabandiera. Perché in questa “repubblica” sventola sempre il tricolore. E poi c’è anche un guardingo amministratore, Alberto Dal Piai. La sesta festa del villaggio Ermione è stata un successo.
«Era settembre del 1996 quando questa comunità si incontrò per la prima volta», ricorda Mazzonetto, «e da allora sempre tutti hanno cercato di partecipare per dare solennità a questo momento di convivialità. E per il saluto alla bandiera abbiamo avuto il sindaco Andrea Cereser, con Silvia Lasfanti, amministratore comunale e residente. Un ringraziamento particolare e speciale lo abbiamo rivolto a don Edmondo Lanciarotta, parroco di Mussetta di Sotto e di Mussetta di Sopra. La sua prima uscita, dopo il suo ingresso ufficiale a i Mussetta, è stata proprio l’anno scorso qui al villaggio Ermione in via Ortisei benedicendo il tricolore. Il mio pensiero è andato anche a quelle famiglie di questo villaggio colpite da luttuosi eventi, quali Silvana, Antonia, Olga, Paolo, Aldo, Gustavo a quelle che hanno i loro cari malati». (g.ca.)
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