Il rebus Municipalità una raffica di candidati

Centrosinistra, mercoledì saranno i partiti a decidere sulle presidenze Quattro in corsa a Venezia, nove tra Mestre e Marghera al centro della contesa
Di Mitia Chiarin
Flavio Dal Corso, presidente della Municipalità di Marghera
Flavio Dal Corso, presidente della Municipalità di Marghera

Il puzzle dei sei candidati alla presidenza delle Municipalità della coalizione di centrosinistra si comporrà solo mercoledì prossimo, al tavolo comunale dei partiti della coalizione. Quattro presidenze al Pd, le altre due agli altri alleati (Sel, Rifondazione, socialisti di Giordani) è lo scherma base per i pronostici ma i giochi sono aperti. E il rebus è evidente. L’elenco dei papabili candidati, usciti dai sei tavoli municipali, è lungo. Nelle due Municipalità più grandi, Venezia-Murano-Burano e Mestre Carpenedo, anzi debordano.

Il segretario del circolo Vivian e professore Andrea Martini e il commerciante di Castello, Massimiliano Smerghetto per il Pd si confrontano con Enrica Berti di Rifondazione e Giorgio Dodi per il Psi. Il tavolo del centro storico coordinato da Riccardo Stellon ha provato la carta del voto (primo Martini, secondo Smerghetto) ma ha poi rinviato la scelta al comunale. Stessa scelta, rinvio ma senza voto, l’ha fatta il tavolo di Mestre. «Abbiamo una gerbera di candidati, visto quanti sono», spiega Marisa Gruarin. Sei per il Pd: Vincenzo Conte, Chiara Puppini, Carmela Tarantino, Marco De Favari, Giacomo Millino e Tobia Zordan. Sel punta su Federico Camporese e Rifondazione su Luciano Zennaro e Gino Baoduzzi. Massimo Venturini, presidente uscente, non pensa a ricandidarsi ma medita se correre come consigliere comunale.

A Marghera, Sel chiede la riconferma di Flavio Dal Corso ma il Pd punta su Bruno Polesel (attuale vicepresidente). Se al Pd andasse Marghera, allora Bettin e i suoi potrebbero puntare i piedi e reclamare Mestre Carpenedo. Ipotesi che fa storcere il naso a molti, nel Pd, pronti a far valere i differenti pesi elettorali. Per la Municipalità di Lido-Pellestrina, la sintesi è stata trovata sul nome dell’ex consigliere Danny Carella.

E a Favaro per il dopo Ordigoni (che da iscritto all’Area popolare si ritrova ora in coalizione con Brugnaro e ammette di aspirare al massimo ad un posto di consigliere comunale) a giocarsela per la presidenza ci sono Ugo Bissacco e Angelo Lerede per il Pd. Oggi ne discute il tavolo locale. A Chirignago-Zelarino, Maurizio Enzo, presidente uscente, spiega che Rifondazione «ha confermato di voler puntare su di me». E Bonzio conferma. Gli altri nomi in corsa sono quelli di Gianluca Trabucco, Loredana Serafini, Nadi Pettenò del Pd. I partiti della coalizione che sostiene Casson sono convocati per mercoledì in Federazione del Pd in via Cecchini. «Il coinvolgimento è essenziale per decidere: in centro storico per esempio sono state coinvolte una cinquantina di associazioni. Tutti i candidati presidenti della coalizione nascono da un percorso condiviso e partecipato», spiega il segretario comunale Emanuele Rosteghin che reclama per le Municipalità un futuro diverso e una «operazione di serietà perché le Municipalità, finora svuotate, vanno riempite di competenze certe e di un rapporto con il cittadino basato sul front office. Una strada obbligata se vogliamo evitare che i consigli municipali restino deserti e in città proliferino invece i comitati. Quindi, risorse e compiti, chiarezza e responsabilità per le nuove Municipalità». Il Pd ci crede, dice Rosteghin, che annuncia corsi di formazione interna per i futuri consiglieri municipali.

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