Il «Quadri» agli Alajmo, Ligabue il nuovo partner nel salotto di Venezia

Rimane lo stile, per il resto cambia tutto. Gli Alajmo guardano soprattutto all'attività di ristorazione
La famiglia Alajmo e al centro Yoko Nagae Ceschina ieri a Venezia
La famiglia Alajmo e al centro Yoko Nagae Ceschina ieri a Venezia
VENEZIA. L'insegna resterà la stessa, ma da ieri lo storico Caffè Quadri di piazza San Marco ha contenuti nuovi. Rimane lo stile, per il resto cambia tutto. La gestione dello storico locale, aperto nel 1775 da Giorgio Quadri (al rientro da Corfù per aprire con la moglie greca Naxina una «bottega del caffè»), è passata ai fratelli Raffaele e Massimiliano Alajmo, titolari del ristorante «Le Calandre» di Rubano, noto perchè da nove anni si fregia delle prestigiose «tre stelle» Michelin.


Il clamoroso matrimonio fra la Ligabue, azienda leader nel catering che fattura 220 milioni l'anno, e la Alajmo Spa si è dunque consumato come certi rumors avevano preannunciato tre settimane fa. Ieri la firma dell'accordo davanti al notaio, accompagnata anche dall'ingresso di Ligabue nella compagine societaria della Alajmo Spa con una quota di minoranza, di cui però le parti non hanno rivelato l'entità. Ligabue si affianca così alla Finanziaria Palladio che il mese scorso aveva rilevato il 25% delle quote della società con sede a Sarmeola di Rubano.


Alajmo e Ligabue si alleano dunque per rilanciare lo storico Caffè Quadri di Venezia, uno dei più antichi della città e del mondo. Gli Alajmo guardano soprattutto all'attività di ristorazione, ricavata fin dal 1830 al piano superiore. Giovani imprenditori della gastronomia come Raffaele e Massimiliano Alajmo (il più giovane cuoco al mondo a essere insignito delle «tre stelle» Michelin, nel 2002 a 28 anni) da un lato e Inti Ligabue dall'altro, che rappresenta la terza generazione della società veneziana, uniscono le energie perché credono che un luogo storico come il «Quadri» abbia un grande futuro.


Nei suoi 235 anni di vita, il Caffè ha ospitato nomi illustrissimi: da Stendhal a Lord Byron, da Alexandre Dumas a Honorè de Balzac, da Richard Wagner a Woody Allen. «Nome e insegna non si toccano. Non stravolgeremo nulla - spiega Raffaele -. Con la nostra gestione, il locale non diventerà una copia delle Calandre. Viceversa, intendiamo portare il Quadri al livello che merita rispettando in pieno la sua venezianità. Restiamo fedeli alla nostra filosofia imperniata sul motto "Ciò che diventa era": attraverso il Quadri intendiamo far conoscere Venezia, il Veneto e l'Italia».


Raffaele Alajmo ribadisce l'impegno a collaborare con Yoko Nagae Ceschina, mecenate della cultura, veneziana d'adozione, nota in tutto il mondo, che resta proprietaria del locale e delle licenze, ed è attualmente impegnata nella sistemazione della facciata del Quadri: «In armonia con questi lavori - spiega - nei prossimi tre mesi puntiamo a rinnovare la cucina e trovare il modo per limitare i danni prodotti dall'acqua alta».


Il Quadri nella versione Alajmo aprirà i battenti fra circa quattro mesi. Il timone della cucina sarà affidato da Massi Alajmo al suo allievo Silvio Giavedoni, che già ha diretto il Calandrino di Tokyo. Ieri i fratelli Alajmo hanno salutato il personale dello storico locale e incrociato il primo brindisi. C'era anche Arrigo Cipriani: «Sono amici, non concorrenti - ha detto - peraltro sono anche miei clienti. A Venezia sono i benvenuti».

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