Il podio parla campano ma la pizza del Grigoris è tra le migliori in Italia: «Qualità e innovazione»

MESTRE.
In un mare di pizzerie campane, tra le migliori d’Italia ce n’è pure una veneziana. Per il Grigoris di Asseggiano è arrivato l’ennesimo riconoscimento, che profuma tanto di conferma, per un progetto iniziato nel 2008 e ancora in continua evoluzione. Nei giorni scorsi, a Napoli, Ruggero Ravagnan e la moglie Pina Toscani hanno ritirato la targa di 50 Top Pizza, la più importante guida online del settore, giunta alla terza edizione. Il Grigoris è trentaquattresimo, leggermente peggio rispetto a un anno fa, ma il locale resta tra i magnifici della penisola. Il podio, manco a dirlo, parla campano, con due pizzerie del Casertano elette come le più brave, ossia I Masanielli di Francesco Martucci, proprio della città, e Pepe in Grani di Franco Pepe di Caiazzo. Per il terzo posto si va a Napoli, da 50 Kalò di Ciro Salvo. Il primo veneto è quinto, I Tigli di San Bonifacio (Verona), con la provincia scaligera che ne piazza un altro alla casella numero dodici, Renato Bosco Pizzeria a San Martino Buon Albergo. Al trentesimo troviamo Pizzeria Da Ezio, ad Alano di Piave (Belluno).
A essere rappresentate in classifica sono ben 14 regioni, con un naturale dominio della Campania, con ben 18 insegne presenti. Oltre a Napoli, madrepatria della pizza, la provincia di Caserta si conferma l’eldorado del disco di pasta più amato dagli italiani. Bene il Lazio, con 7, salendo al nord si fa valere la Lombardia con sei. Dopo il nostro Veneto con 4, ormai altra scuola conclamata, ci sono l’Emilia Romagna con 3, il Piemonte, la Toscana e la Sicilia (tutte a quota 2). Con un locale, Liguria, Marche, Abruzzo, Basilicata, Puglia e Sardegna.
Gli ispettori di 50 Top Pizza hanno passato in rassegna mille locali in tutta Italia, giudicando il progetto dalla qualità della proposta cibo all’insieme dei servizi offerti al cliente. «Siamo davvero molto felici», comme Ravagnan «e, anche se lo scorso anno eravamo un po’ più in alto in graduatoria, non importa. Alla fine va bene così perché l’importante è esserci. Teniamo presente che ci sono molti locali campani ma quando si è sopra il quarantanovesimo posto, per me va benissimo». Ormai il Grigoris è divenuto un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti della pizza; ingredienti di prima qualità del presidio Slow Food, pasta madre viva, farine macinate a pietra e grano italiano, sono i punti del successo di questo locale, dove ci lavorano venti persone. E, alla fine, lavorare bene paga. «Gli ispettori vengono all’improvviso», continua Ravagna, «e non sai neppure chi sono. Per questo avere raggiungere un risultato fa molto piacere. È un premio per quanto facciamo, per la qualità e l’innovazione che ci mettiamo, per la carta delle birre, dei vini, dei prodotti di prima scelta». Il Grigoris guarda avanti e non si vuole fermare. —
Alessandro Ragazzo
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