Il mestrino Vittorio Rizzi numero due della polizia

L’ex capo della Squadra Mobile di Venezia Vittorio Rizzi diventa vice capo della Polizia e Direttore della Criminalpol. Lascia l’incarico di Capo della Direzione centrale anticrimine (Dac). Da annni Rizzi abita a Mestre. Nato a Bologna il 21 settembre del 1959, è entrato in polizia nel 1988 come vice commissario. Al suo attivo molti incarichi investigativi, all’inizio alla Digos di Roma e poi al Servizio Centrale Operativo (Sco) della polizia dove si è fatto un’importante esperienza di collaborazione con organi di polizia stranieri, in particolare con quelli degli Stati Uniti. Alcune delle operazioni di polizia che ha coordinato a livello internazionale sono diventate film. A metà anni Novanta è iniziata la sua carriera nelle squadre mobili. Proprio da Venezia.

Qui è arrivato in un momento difficile. Le confessioni di Maniero avevano fatto finire in galera alcuni agenti della Mobile. Rimise insieme i cocci. La Squadra mobile riprese a lavorare alla grande. Quindi il trasferimento alla Mobile di Milano e poi a Roma. Ha diretto a Bologna anche il gruppo investigativo creato per individuare gli assassini di Marco Biagi. Promosso dirigente superiore nel 2012 ha ricoperto l’incarico di direttore del Servizio polizia stradale e dal luglio 2013 quello di questore a L’Aquila per poi dirigere l’ispettorato di polizia di palazzo Chigi.

Il suo arrivo alla Dac ha consentito alla polizia di riprendere a lavorare sul fronte del contrasto alla criminalità con nuovi approcci e nuova spinta. Si tratta di una struttura della polizia criminale che riunisce nel cosiddetto “Polo Tuscolano” tre servizi: Sco, Servizio centrale operativo (che coordina le squadre mobili e l'attività investigativa); Servizio di polizia scientifica; Reparti di controllo del territorio. Allo Sco ha potuto contare sull’apporto di un altro ottimo investigatore, Alessandro Giuliano. Altro ex capo della Squadra Mobile di Venezia. L’apporto dei loro uffici e delle loro professionalità sono stati fondamentali, a sostegno della Mobile di Venezia, per smantellare la banda di Nigeriani di via Monte San Michele e per arrestare i ladri di Palazzo Ducale. —



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