Il mercato ittico tiene grazie al pesce azzurro

Raddoppiano le catture dei canestrelli, crescono sardine, alici e seppie, bene i prezzi
Baschieri mph05b Elisabetta Donaggio..Chioggia: degrado del mercato ittico all'ingrosso
Baschieri mph05b Elisabetta Donaggio..Chioggia: degrado del mercato ittico all'ingrosso
CHIOGGIA. I canestrelli sono quasi raddoppiati, da 4.200 chilogrammi a poco meno di 8.000; e anche le seppie sono cresciute, del 69%, mentre i cali di catture sulle altre specie più trattate variano dal 18 al 35%. Ma, complessivamente, il mercato ittico all’ingrosso registra, nelle prime tre settimane post fermo pesca, una sostanziale stabilità rispetto all’anno scorso, sia in termini di quantità, che di fatturato.


L’analisi dettagliata, fornita dalla direzione del mercato, comprende 15 specie che, nel loro insieme, danno il 95% delle quantità e l’87% del valore del prodotto ittico conferito. Le specie più rappresentative, in questo quadro, sono sardine e alici, il cosiddetto pesce azzurro, che vengono catturate esclusivamente dalle volanti e che costituiscono il 70%, in quantità, del conferimento, ma solo il 23% del valore. Il prezzo medio, quindi, non è alto ma, in compenso è soggetto a variazioni di poco conto. Di fatto le sardine catturate nel periodo in esame sono state 461 tonnellate (+17% sull’anno scorso), ma il prezzo medio (0,60 euro al chilo) non è variato. Le alici, invece, sono state 145 tonnellate (+4% rispetto alle 140 del 2016) ma il prezzo medio non è sceso (+2%) e il fatturato è cresciuto del 6%. La seppia, all’aumento di volumi pescati (da 28mila a 47mila chili), ha fatto associare una diminuzione del prezzo (da 6,38 a 5,88 euro al chilo, -8%) ma un aumento complessivo del fatturato (+56%), così come è avvenuto per la cannocchia (+16% in volume, -8% nel prezzo, +7% del fatturato). Per il latterino è andata al contrario: meno prodotto (6.500 chili invece dei 7.900 del 2016, -18%), aumento di prezzo solo del 2% (da 8,73 a 8,86 euro al chilo) e conseguente calo del fatturato del 17%.


Analogo andamento per altre specie, il cui aumento di prezzo non ha compensato la minore quantità, come il palombo (-35% di pescato, +18% del prezzo, –23% di fatturato complessivo) e il murice spinoso (bullo): -22% nel pescato, +20% del prezzo medio, ma -6% quanto a fatturato. Infine ci sono stati i prodotti che hanno registrato meno catture ma fatturati più alti, come il calamaro (da 6.000 a 5.800 chili, e da 12,70 a 13,40 euro, con l’1% in più di fatturato 2017, rispetto al 2016) e la cappasanta (da 5.600 a 5.300 chili, e da 9 a quasi 11 euro al chilo, +14% di fatturato. Discorso a parte per le cozze calate in quantità e fatturato del 66% (ma solo il 3% sul prezzo) per la chiusura temporanea di alcune aree di raccolta, disposta dall’Usl.


Diego Degan


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