I ricordi di Cavallino che lasciò Venezia con un referendum: «Ecco i pro e contro»

CAVALLINO TREPORTI. La divisione tra due Comuni a Venezia ha solo un precedente storico, peraltro riuscito: il Comune di Cavallino-Treporti. È stata una scelta positiva per gli abitanti del litorale nord staccarsi dalla città di Venezia con il referendum consultivo del 13 dicembre 1998? O i problemi generati dall’autonomia conquistata dai residenti dell’ex quartiere veneziano, che per decidere si espressero con un quorum del 76%, sono stati superiori ai vantaggi?
Se lo chiedono in molti alla vigilia del referendum per la separazione di Venezia e Mestre indetto per l’1 dicembre cercando qualche analogia fra le due realtà comunque diverse. Trasporti, imposte, servizi sanitari, infrastrutture, risorse finanziarie. I cittadini di Cavallino-Treporti, seconda spiaggia d’Italia, oggi difendono la sudata autonomia, ma possono essere tanti i capitoli di valutazione sui quali è possibile dare una pagella alla loro scelta secessionista.
Criticità
Per esempio il fatto che dall’istituzione del comune litoraneo il 29 marzo 1999, non solo il neo comune non ha ancora ottenuto la sua parte di patrimonio veneziano di circa 40 milioni di euro, ma addirittura servirono ben due sentenze della Corte Costituzionale - nel 2002 richiesta nell’esercizio della sua professione di avvocato (sostenendo l’incostituzionalità per il voto ammesso ai soli residenti del litorale) dall’attuale sindaco Roberta Nesto prima di venire eletta, e nel 2009 nell’ambito del contenzioso con Venezia - prima che il neo comune potesse ritenersi al sicuro da dichiarazioni di illegittimità del referendum che gli diede la nascita. Per continuare nella gestione dei trasporti lagunari che vede Cavallino-Treporti fuori dal Cda di Avm-Actv e quindi con minore potere contrattuale di fronte ai disservizi a danno di pendolari e turisti. Per finire con il cambio di Usl nel 2018, unico caso in Regione, e all’imposizione della tassa di sbarco che rimanendo a Venezia, forse non sarebbero stati possibili.
Vantaggi
L’autonomia ha permesso negli ultimi 20 anni al settore del turismo all’aria aperta di Cavallino-Treporti, prima economia del comune, di promuovere in tutta Europa la specificità del prodotto turistico locale in modo esclusivo rispetto a prima, quando la promozione veniva in parte “oscurata” dal colosso turistico veneziano. Fra gli aspetti positivi per la cittadinanza, inoltre, la mai avvenuta istituzione a Cavallino-Treporti dell’addizionale Irpef, in vigore invece a Venezia da qualche anno. Non da ultimo il milione di euro annuo di introiti dalla Ztl che il comune litoraneo impone ai bus turistici che imbarcano i passeggeri alla volta della città galleggiante.
Sindaci
«Cavallino-Treporti è stato un esperimento riuscito dal punto di vista della macchina amministrativa e del suo funzionamento», commenta il sindaco Roberta Nesto, «da 20 dipendenti quando era un quartiere veneziano, siamo oggi a 75, anche se ne mancano almeno 42 per allinearci a Comuni pari residenti. Lo sviluppo demografico che le proiezioni ipotizzavano costante anche dopo il 2009 avrebbe dovuto farci superare i 15 mila residenti entro il 2020 ma ci vede oggi in leggera flessione con 13.500 abitanti rispetto a punte del passato di 13.800».
«Credo che le due realtà di Mestre e Cavallino-Treporti non siano paragonabili», commenta invece il primo sindaco di Cavallino-Treporti dopo la separazione, Claudio Orazio, che durante il referendum capeggiava il fronte dei contrari. «Dalla nostra esperienza ho imparato che è necessario compiere un atto di responsabilità nel prendere atto della volontà popolare e collaborare tutti assieme per il bene del territorio». —
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