I rapinatori conoscevano il dentista

Chi martedì scorso ha rapinato pistola in pugno il dentista Michele Checchin nella sua villetta di via Ca’ Colombara, a Favaro, lo conosceva, o quanto meno ne conosceva le abitudini, i ritmi, gli orari che ne scandivano la giornata. È per questo che le indagini dei carabinieri della Compagnia di Mestre non tralasciano l’ambiente delle amicizie e delle conoscenze del professionista, con studio in via Gobbi, anche se è possibile che il dentista sia stato preso di mira da persone che non conosceva direttamente. Tra l’altro, nella ricostruzione nelle mani dei carabinieri - la denuncia è stata presentata a Favaro - risulta che Checchin nei giorni precedenti alla rapina avesse ricevuto delle strane telefonate, forse fatte con l’obiettivo di capire se in casa vi fosse qualcuno, e in quali orari. È quasi certo inoltre che i rapinatori abbiano compiuto dei sopralluoghi, anche per decidere come entrare in azione nel modo più sicuro possibile, senza essere visti e senza lasciare al dentista il tempo di reagire, come effettivamente è accaduto.
La rapina, lo ricordiamo, è avvenuta martedì scorso, pochi minuti dopo le 20. I banditi sono entrati in azione aprendosi un varco nella rete della vicina palestra, e poi tagliando la recinzione di casa, andando a nascondersi dietro alcuni alberelli. Sapevano che in quella posizione non sarebbero stati visibili. E infatti il dentista non ha notato la loro presenza. È tornato a casa, ha chiuso il cancello automatico alle sue spalle, ha estratto le chiavi e aperto il portone d’ingresso, senza riuscire a chiuderlo, visto che è stato aggredito dai due banditi a volto coperto, di cui uno armato di pistola. Sotto la minaccia dell’arma, il dentista è entrato in casa, obbedendo all’ordine dei due. Mentre un rapinatore teneva sotto controllo la famiglia, che aspettava Checchin in cucina per cenare, l’altro si è fatto consegnare i soldi. Probabilmente i due pensavano, a torto, che in casa ci fosse una cassaforte o chissà quali gioielli, e si sono dovuti accontentare di poco, anche se l’entità del bottino non è ancora stata quantificata. Dopo aver preso i soldi i banditi sono usciti, portando con loro il dentista, e obbligandolo a stendersi sotto la macchina a pancia in giù, in modo che non potesse muoversi, intimandogli di non uscire da lì fino a quando loro non si fossero allontanati, probabilmente con l’aiuto di un complice che era ad attenderli in auto lungo via Ca’ Colombara. Da dove poi si sono dati alla fuga.
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