I palazzi storici di Chioggia realizzati in miniatura ora in mostra a Sant’Andrea

la curiosità
A prima vista potrebbero assomigliare alle case delle bambole di un tempo, con gli arredamenti in miniatura, le luci, le camere da letto. Ma ad una più attenta osservazione non si può non pensare di essere di fronte a dei veri e propri capolavori in miniatura. Sono i più bei palazzi storici di Chioggia, esposti al primo e secondo piano della torre di Sant’Andrea fino a fine settembre.
L’ideatore di questa particolare collezione è Angelo Carbonin, ex dipendente comunale in pensione che si diletta a costruire le bellezze architettoniche cittadine, partendo dai palazzi più famosi fino ad arrivare alla “Casa Vecia” di Jackye Tonight che si trova in calle Caneva, arricchita di ogni particolare e comprensiva anche della bara dove i commensali si siedono per mangiare quanto offre la casa.
La passione di Carbonin nella costruzione dei palazzi in miniatura risale a parecchi anni fa. «Ho sempre avuto – racconta – questa passione fin da ragazzino. Un giorno, quando ero ancora bidello per conto del Comune, mentre stavo attraversando il ponte Caneva, ho visto il palazzo Lisatti-Mascheroni, uno dei più storici e belli palazzi di Chioggia, e da lì mi è scattata l’idea di riprodurlo in miniatura. Così ho cominciato a costruirlo, tutto in legno, ma poi conclusa la parte principale mi sono fermato e l’ho accantonato. L’ho ripreso in mano sette anni dopo, l’ho terminato e da lì poi ho iniziato a fare gli altri».
Della collezione fanno parte il palazzo Brusumini-Naccari, il palazzo delle Figure, l’Albergo Italia, il palazzo delle Sirene, palazzo Renier, dove si può ammirare persino la differenza del colore dell’intonaco che divide la parte nuova dalla parte più antica, palazzo Nordio, palazzo Morari e tanti altri, tutti copie assolutamente fedeli alle costruzioni reali, con tanto di minuziose miniature e dettagli degli interni, compresi i pavimenti in terrazzo veneziano o le vetrate delle porte colorate. Ogni palazzo un lavoro certosino che richiede mesi di preparazione. «In media», spiega ancora Carbonin, che realizza le sue opere nella sua soffitta, «impiego sei o sette mesi a costruirne uno, però ci sono pezzi, come l’Albergo Italia, che hanno richiesto più di un anno di lavorazione».
Non sono in vendita, ma fanno parte della sua collezione privata. «È solo una mia soddisfazione personale» conclude «ogni tanto li espongo al pubblico». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia