I gasometri ceduti ai tedeschi di Mtk

I gasometri ottocenteschi “trasformati” in un complesso di appartamenti di lusso immersi nel verde, costruiti negli spazi interni vuoti, salvaguardandone però la “ragnatela” metallica originaria che li costituisce, come esempio di archeologia industriale. Non sono però quelli di San Francesco della Vigna, alla Celestia, nell’ex area Italgas. Ma quelli “gemelli”, di epoca vittoriana, nell’ex quartiere industriale di Londra di King’s Cross, oggetto di un vasto intervento di rigenerazione urbana che porta la firma di uno dei più importanti studi di architettura britannica: Wilkinson Eyre Architects.
L’intervento londinese, da poco concluso e celebrato anche dalle riviste di architettura, richiama l’attenzione sui gasometri di San Francesco della Vigna, molto simili - che la Soprintendenza veneziana vuole appunto che siano mantenuti, come esempio appunto di archeologia industriale - e sulla sorte incerta dell’ex area Italgas.
Quattro anni fa era stato dato un primo via libera al progetto di recupero dell’area degli ex Gasometri di San Francesco della Vigna, con l’approvazione in giunta da parte del commissario Vittorio Zappalorto della convenzione con la società “Immobiliare del Corso srl”, proprietaria dell’area acquistata da Veritas. Il progetto prevedeva la realizzazione di nuovi alloggi per una superficie di oltre 10 mila metri quadri, verde pubblico e percorsi pedonali per circa 4 mila metri quadrati e la cessione al Comune dell’area del Campo di San Francesco, oggi non accessibile e di proprietà privata.
La società concessionaria doveva anche realizzare a vantaggio della collettività anche un nuovo Ponte sul Rio di Santa Giustina, il superamento delle barriere architettoniche sul ponte già esistente sulla fondamenta Santa Giustina e inoltre, la realizzazione di una nuova struttura sportiva polifunzionale e coperta nell’area del cortile dell’Istituto Paolo Sarpi, da destinare a usi sia scolastici, sia extrascolastici. Nell’intesa raggiunta, era compresa anche la riqualificazione della darsena che si trova di fronte all’area degli ex gasometri e il convento di San Francesco della Vigna, come da accordi tra il Magistrato alle Acque e lo stesso Comune. L’area degli ex gasometri di San Francesco della Vigna si trova da anni in uno stato di abbandono e di degrado dall’epoca di dismissione della funzione attiva dei gasometri che erano destinati al contenimento del gas per l’illuminazione pubblica urbana, che veniva prodotto dal carbone, attraverso un processo chimico. L’intervento di recupero è comunque legato alle bonifiche in corso dei terreni, che dovrebbe avvenire contestualmente ai nuovi interventi edilizi. Tutto però si è fermato, il sindaco Luigi Brugnaro si è detto subito contrario a ogni trasformazione alberghiera per gli ex gasometri, che hanno la destinazione d’uso a residenza primaria. Fermo però anche il prigfetto del centro sportivo e della palestra per cui avevano anche manifestato gli studenti del Benedetti-Tommaseo.
Nel frattempo però qualcosa è successo, perché l’Immobiliare del Corso srl ha ceduto la proprietà della parte privata, che ora sarà finita, nelle mani del gruppo tedesco Mtk del magnate ungherese Ivan Holler, che sta già realizzando hotel a Mestre e che potrebbe ora “rilanciare” con l’idea di appartamenti di lusso in stile King’s Cross.
«Si deve partire dalle funzioni pubbliche e sportive previste per l’area» commenta l’architetto Roberto D’Agostino, a lungo assessore comunale all’Urbanistica «e non dalla valorizzazione dei gasometri. Ma se il primo obiettivo verrà raggiunto dall’Amministrazione, nulla vieterebbe un intervento di elevata qualità architettonica per mantenere i vita i gasometri - destinati altrimenti prima o poi a crollare - e costruendo al suo interno, come si è fatto egregiamente a Londra». «L’unica cosa da evitare» conclude il consigliere fucsia Maurizio Crovato «è lasciare quest’area nel degrado».
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