«Giunta di destra e senza veneziani». Le opposizioni ora affilano le armi

VENEZIA.
«Giunta di destra e senza veneziani». Prime scintille all’indomani della presentazione dell’amministrazione Brugnaro bis. Andrea Martini, consigliere di opposizione eletto con la sua civica «Tutta la Città insieme», punta il dito contro l’influenza della Lega sulla nuova amministrazione. «Dovremo fare opposizione dura e costruttiva, fare proposte migliorative», dice, «e opporci anche all’idea di avere un grande porto dentro la laguna».
Il segno «di destra» secondo Martini è la presenza del vicesindaco, due assessori e un consigliere delegato per il partito di Salvini.
«Non c’è nemmeno un veneziano», attacca Monica Sambo, eletta nel Pd, «segno del disinteresse di questa amministrazione per la città storica. Sindaco e vicesindaco non hanno nemmeno votato, abitano fuori Comune». In giunta soltanto il lidense Michele Zuin, e l’assessore al Commercio Costalonga (nato a Venezia ma residente in terraferma), arrivato a Ca’ Farsetti l’altro giorno vogando il suo s-ciopòn. Del Lido anche Paolo Romor, consigliere delegato all’Avvocatura civica, mentre veneziano è Giovanni Giusto, consigliere alla Voga e Tradizioni.
Il sindaco non replica. «Ma questo è razzismo territoriale», si arrabbiano i suoi, «siamo una grande città metropolitana, che senso ha criticare perché uno abita a Mestre e non a Venezia?». C’è anche chi punta il dito sulla provenienza territoriale di sindaco e vicesindaco. Il primo nato a Spinea e adesso residente al Tarù (Mogliano), il secondo, Andrea Tomaello, astro nascente del partito di Salvini, nato e cresciuto a Mirano.
Sindaci quasi sempre veneziani, negli ultimi decenni (Ugo Bergamo, Antonio Casellati Massimo Cacciari, Paolo Costa, Giorgio Orsoni). Con la mezza eccezione di Mario Rigo, nato a Noale anche se residente a Castello.
Anche i vicesindaci in qualche caso venivano da fuori, a cominciare da Fulgenzio Livieri e Cesare De Piccoli. «Ma non significa», frena Gianfranco Bettin, consigliere eletto nella lista dei rossoverdi, tornato in Consiglio dopo cinque anni da presidente di Marghera, «per attaccare la giunta aspettiamo i suoi primi atti».
Su destra e sinistra frena anche Marco Gasparinetti, eletto in Coniglio con la sua lista «Terra e Acqua». «Non ci interessa la destra o la sinistra, noi siamo civici», dice, «e nemmeno la provenienza territoriale. Siamo invece molto curiosi di vedere come farà il pur bravo superassessore Simone Venturini a gestire insieme il turismo e la residenzialità. Temi che hanno qualche conflitto. Ci aspettano cinque anni di dura opposizione, che faremo anche con sistemi creativi».
Intanto il Consiglio comunale è convocato per il 15 ottobre. C’è da eleggere il presidente dell’assemblea – scontata la riconferma di Ermelinda Damiano, lista fucsia – e i due vicepresidenti. Un posto dovrebbe andare a Paolo Romor, l’altro al Pd (Rosteghin o Sambo) che in Consiglio ha 8 consiglieri di opposizione su 14. —
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