Giorgia si spegne a 26 anni per un cancro: «Una vita dedicata agli altri»
Lutto a Meolo, lavorava all’istituto Mattei, volontaria all’oratorio salesiano di San Donà. I genitori: «Una leonessa»

Nonostante la malattia, aveva trovato il tempo di dedicare la sua vita agli altri, sia in famiglia che nel volontariato. La comunità di Meolo è in lutto per la scomparsa di Giorgia Burato. Aveva solo 26 anni e davanti ancora una vita da costruire. Ma un tumore l’ha strappata troppo presto all’affetto dei suoi familiari.
«Era una grande guerriera, che non si fermava di fronte a nulla», dicono di lei i genitori. Giorgia Burato viveva nella frazione di Marteggia, località immersa nella tranquillità delle campagne meolesi. Lascia la mamma Linda, il papà Alessandro e il fratello Daniel.
Nel 2001, quando aveva appena due anni e mezzo, si era ammalata di leucemia linfoblastica acuta. Era stata subito sottoposta a tutte le cure necessarie, a cui sembrava aver risposto bene. Ma nel 2003 ha accusato una recidiva.
L’anno successivo si era sottoposta a un auto trapianto di cellule staminali. Negli anni seguenti, nonostante qualche altro problema di salute, il peggio sembrava essere passato.
Nel febbraio 2024, però, a seguito di alcuni disturbi di salute, aveva deciso di sottoporsi a una serie di accertamenti. Le è stato così diagnosticato un tumore, contro cui ha combattuto strenuamente per quasi un anno e mezzo. Ma alla fine la malattia ha avuto il sopravvento.
Nonostante la vita non sia stata tenera con lei, Giorgia Burato ha voluto dedicare la sua esistenza agli altri. Aveva studiato prima all’Ipea, il centro di formazione professionale per parrucchieri che ha sede a San Donà. Quindi aveva frequentato l’istituto alberghiero Cornaro di Jesolo, con indirizzo receptionist e accoglienza turistica.
In seguito, fino a quando le condizioni di salute lo hanno permesso, Giorgia Burato ha lavorato all’istituto comprensivo Mattei di Meolo, con funzioni di assistenza di segreteria e accoglienza.
Era impegnata nel volontariato, nel dopo scuola per i ragazzi all’oratorio salesiano Don Bosco di San Donà. Inoltre, aveva partecipato ad alcune esperienze di campi di volontariato sia in Italia che, per un breve periodo, anche negli Stati Uniti.
«Giorgia era una ragazza minuta di costituzione, ma con una corazzata d’animo», raccontano i genitori, «Da tutti era definita una leonessa. Ed era proprio così. Una grande guerriera, che non si fermava di fronte a nulla. Ci ha dato una grande lezione di vita».
I funerali si terranno lunedì alle 10 nel santuario di Marteggia. Saranno celebrati all’aperto, nel giardino retrostante al santuario, come avrebbe voluto Giorgia che amava molto quel posto. E che ai suoi familiari, quando ormai era chiaro che non ce l’avrebbe fatta, aveva detto di non piangere.
«Non voleva piagnistei, ma che fosse quasi una festa», aggiungono i genitori che, insieme agli amici e alle persone che le sono state vicino in questi mesi, stanno organizzando in queste ore alcune iniziative per salutarla. Eventuali offerte saranno devolute a favore della Città della Speranza, realtà a cui la famiglia Burato è stata sempre molto vicina.
Sabato alle 19.30, sempre nel santuario di Marteggia, sarà recitato il Rosario. Oltre ai genitori e al fratello, Giorgia lascia i nonni, gli zii e una famiglia numerosa, che in queste ore si è stretta nel dolore. Lo stesso che sta provando tutta la comunità meolese, colpita dalla scomparsa di una ragazza così giovane.
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