Geller, l’inventore di Real Bodies Le sue ceneri disperse in laguna

L’imprenditore proprietario di Palazzo Zaguri è morto ad Atlanta A realizzare il suo desiderio dopo la morte sarà la moglie 

LA STORIA

E’ morto il padre di Real Bodies, prima mostra dei corpi plastinati a Jesolo. Il magnate americano Arnie Geller aveva 85 anni e si è spento ad Atlanta dopo una vita di successi. Ora la moglie, nel rispetto delle sue volontà, vuole spargere le ceneri a Venezia, dove ci sono le mostre di palazzo Zaguri curate dallo jesolano Mauro Rigoni, grande amico di Arnie che lo considerava un figlio oltre a nominarlo referente per le sue mostre in Europa. Un grande amico di Jesolo e Venezia, dove aveva una sua residenza. A Geller sono giunte le condoglianze direttamente dalla Casa Bianca. Residente ad Atlanta aveva organizzato la prima spedizione nel Titanic affondato. Suo referente in Europa è sempre stato Rigoni che proseguirà anche dopo la sua morte. Un uomo che vanta molti record: il primo ad aver finanziato una missione per recuperare i reperti del Titanic, di cui poi ha realizzato un format di mostre che hanno girato il mondo, primo uomo ad aver realizzato le mostre Bodies, di cui una è in gestione a Rigoni che presto sarà a palazzo Zaguri. Geller, con oltre 60 milioni di biglietti venduti nel mondo con le sue mostre, era considerato l’uomo più potente nel campo delle mostre tour exhibition. Nel 2016 aveva portato a Jesolo la prima mostra Bodies: un successo inaspettato da oltre 250 mila visitatori. E dopo i risultati incredibili di Jesolo aveva visto in Rigoni il suo delfino, tanto da venire spesso al lido per incontrarlo. In piazza Brescia sono arrivate tante mostre, ultima delle quali la Fabbrica della Scienza ancora in corso. Poi l’acquisizione del prestigioso palazzo Zaguri a Venezia, dove Arnie aveva sempre voluto realizzare una mostra di Real Bodies permanente, ultimo obiettivo raggiunto che sarà completato per il prossimo anno. Come da sue volontà, le spoglie dopo la cremazione saranno a palazzo Zaguri, nella Venezia che tanto amava. Lascia la moglie Judy e una figlia, a lui tanto legate. Lo “zio d’America”, come lo chiamava Rigoni, è ritratto con poche parole dal suo epigono italiano: «Per descrivere questo uomo non servono tante parole», dice Rigoni, «perché onesta, serietà, e correttezza sono sempre state le sue azioni. Un rapporto lungo, ma ricco di insegnamenti, come il classico americano. Di origine ebrea Arnie amava Venezia tanto da comprarsi una casa. Umilissimo, non sfoggiava mai la sua potenza economica. Le sue ultime volontà erano di disperdere le ceneri a Venezia. La moglie Judy presto le porterà a palazzo Zaguri, per poi spargerle in laguna».

Giovanni Cagnassi

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia